Vai avanti tu. No, prego, si figuri. E così, a sfruttare i passi falsi di Milan e Napoli sono proprio Juventus e Inter, le rivali da tutti più accreditate in una serie A che dopo tredici giornate si conferma ricca di imprevedibilità e priva di leadership.

Una serie A per 3, per ora

A Firenze cade il Milan. Italiano si conferma avversario ostico per Stefano Pioli (il suo Spezia la scorsa stagione tramortì i rossoneri) che dal canto suo esce sì sconfitto nel risultato ma rinforzato nelle certezze espresse dai suoi sin qui. L’amarezza e la delusione dovranno restar vive però nella testa di Ibra e compagni; se accetta la sfida a viso aperto il Milan ha dimostrato di avere numeri e voglia per potersela giocare con chiunque – leggi Champions. Quel che manca è l’equilibrio, la pazienza, la capacità di lettura dei momenti e la maturità nel saperli interpretare. E’, questa, dote che si allena solo con il tempo e non ci sono scorciatoie.

Diverso il discorso del Napoli, presentatosi al via di questa stagione con un gruppo già rodato arricchito da un allenatore d’esperienza e abituato alle temperature dell’alta classifica. L’Inter, dopo essere passata in svantaggio, ha saputo frenare le iniziative degli uomini di Spalletti che, complice l’uscita di scena di Osimehn (fratture multiple a zigomo e orbita: auguri!), non sono più riusciti a rendersi pericolosi. Il gol di Mertens e il miracolo con cui allo scadere Handanovic ha negato a Mario Rui il gol del 3-3 sono episodi da inscrivere più nel filone “forcing e speranza” che in quello dettato da un piano di gioco cui aggrapparsi.

Sabato la Juventus aveva già rimesso i suoi cingolati in pista. Tra Sarri e Allegri ancora una volta è stato più bravo il tecnico livornese nel saper trasformare un imprevisto in opportunità. Fuori Danilo, Allegri ha inserito Kulusevski modificando modulo e copione dei suoi con un ‘elasticità che il suo collega non ha dimostrato nell’interpretazione di una gara affrontata senza un centravanti di ruolo e recitata secondo il copione di sempre. Le polemiche su rigori e rigorini lasciano il tempo che trovano: paragonati alle decisioni che sin qui han fatto più scandalo, i due episodi dell’Olimpico son destinati a rientrare in una casistica che trova giustificazioni più robuste di quelle adottate in passato.

Talismani e futuro

Atalanta e Roma, tra le squadre di vertice, hanno aperto e chiuso il turno con due vittorie diverse tra loro ma simili per il tempismo con cui sono arrivate e il peso specifico dei punti che portano con sé. Nei cinque gol degli orobici trova spazio anche la marcatura di un ritrovato Muriel. A Marassi la doppietta del giovane Felix, rivelatosi ancora uomo della provvidenza giallorossa, consente agli uomini di Mourinho di non perdere terreno dalle prime quattro posizioni. Mou è uomo pragmatico che non crede nei miracoli, ma con un mese a dividere lui e la Roma dal Natale, qualche speranza per qualche regalo da trovare sotto l’albero è lecito coltivarla