Film di apertura a Venezia78, Madres Paralelas è il nuovo dramma di Pedro Almodóvar ed è, come recita il titolo, una nuova storia tutta al femminile. Nel ruolo di protagonista c’è ancora una volta Penélope Cruz, Coppa Volpi per la sua Janis, una fotografa di Madrid all’alba dei quaranta. Dopo una breve relazione con l’antropologo Arturo, incaricato di riesumare i resti del suo bisnonno – un “desaparecido” della guerra civile – questa resta inaspettatamente incinta. E di abortire non vuole saperne. Così, al termine della gravidanza, in ospedale conosce la giovane Ana, appena diciottenne, in rotta di collisione con i genitori e soprattutto anche lei sola. Dopo il complicato momento del parto, in attesa delle bambine tenute in osservazione per piccole complicazioni, le due si scambiano i contatti promettendo di rivedersi. Da lì in poi, le storie delle neo-mamme si intrecciano per sempre, legate da una sconcertate verità con cui presto dovranno scendere a patti.
Grandi temi per Madres Paralelas
Dopo soli due anni da Dolor y Gloria – dove la Cruz era sempre una madre, ma la sua – Pedro Almodóvar ritrova l’attrice feticcio nella parte di donna partoriente sospesa tra presente, passato e futuro. Madres Paralelas è, infatti, un collage di gradi tematiche. Ci sono gli spettri del franchismo, la necessità degli spagnoli di fare i conti con la dolorosa eredità della guerra civile e i suoi morti – migliaia mai riconosciuti e sepolti in fosse comuni nascoste – un problema che il regista affronta trasversalmente all’interno del film, come una sotto traccia più che esplicita. E poi la maternità, biologica o meno, frutto dell’amore o nata dalla violenza, la questione generazionale che passa attraverso la memoria storica, il concetto di famiglia come unità d’affetti, la sessualità fluida. Tutti temi cari, vari (forse troppo vari), qui affrontati più o meno bene.
Il miglior Almodóvar
E anche se l’espediente che lega le sue protagoniste è piuttosto prevedibile se non preannunciato, Almodóvar si dimostra ugualmente capace di coinvolgere e appassionare, oltre che sempre padrone di uno stile coloratissimo e visivamente affascinate. Non c’è dubbio che con Madres Paralelas il cineasta spagnolo si inserisca nel solco della miglior versione di se stesso, nonché la più politica. Proprio adesso il suo governo ha stanziato dei fondi per la riesumazione delle vittime del franchismo, prima solo disposta ma mai foraggiata. Non a caso, il regista cala il sipario proprio sulla tanto agognata apertura della fossa comune – circondata da donne in lacrime – come a sottolinearne l’urgenza.