I lavoratori della Gianetti Ruote sono disperati. Da luglio sono disoccupati e le Istituzioni li hanno abbandonati. Dal clamore mediatico iniziale, con i rappresentati della politica nazionale e locale a fare promesse con frasi di circostanza, i 152 dipendenti sono passati al silenzio più totale.

La storia

Il 3 luglio scorso i lavoratori della Gianetti Ruote, storica fabbrica brianzola di Ceriano Laghetto, a due passi da Monza, sono stati licenziati tramite una comunicazione mandata via email. Il fondo tedesco Quantum Capital Partners che, dal 2018, controlla lo storico gruppo di cerchi per auto, non si è fatto scrupoli. Tasto invio e parola fine ad una storia industriale che durava da 114 anni. La motivazione è la crisi perdurante dello stabilimento che, con la pandemia, si è aggravata.

I lavoratori della Gianetti Ruote si sentono abbandonati

Pietro Occhiuto, segretario della Fiom Cgil Brianza, non fa sconti a nessuno. E’ intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente: “C’è un silenzio assordante. Stiamo ancora aspettando che il Mise ci convochi. Aspettiamo questa convocazione dal 4 agosto. Il ministero dello Sviluppo Economico ci aveva detto che a momenti ci saremmo incontrati di nuovo per affrontare la questione dei 152 lavoratori. Sono passati mesi da quella promessa”.

La richiesta di un incontro caduta nel vuoto

“I sindacati nazionali hanno sollecitato il Ministero per un nuovo incontro ma sono spariti tutti. Sono sparite le Istituzione che all’inizio ci avevano espresso solidarietà. Regione Lombardia e Mise non si sono più visti”, ha spiegato Pietro Occhiuto

La condizione dei lavoratori

“I 152 lavoratori stanno malissimo. Abbiamo impugnato tutti i licenziamenti, faremo cause individuali. Il 28 gennaio 2022 ci sarà la sentenza sul ricorso presentato contro la decisione del Tribunale del Lavoro di Monza che ha ritenuto legittima la procedura di licenziamento della Gianetti Ruote. I lavoratori sono in disoccupazione e stanno percorrendo tutte le strade per una ricollocazione”

La fabbrica senza presidio dei lavoratori

Nei gironi scorsi il presidio dei lavoratori è stato smantellato e la strada che porta alla fabbrica chiusa. Si teme per il futuro di questa immensa area industriale, che rischia di diventare preda di occupazioni abusive di vario genere. Si trova a pochi passi dalla stazione ferroviaria e dall’ingresso nei boschi del Parco.