La radioterapia rappresenta e rappresenterà nel tempo sempre di più l’arma principale per combattere i tumori solidi. Ad oggi il 40% delle neoplasie viene guarito proprio tramite radioterapia nonostante un grosso problema: l’obsolescenza dei macchinari utilizzati. Ad accendere i riflettori su questa situazione, che mette a rischio la vita di migliaia di pazienti, sono stati gli esperti intervenuti all’evento “Il futuro della radioterapia in Italia: se non ora quando?” organizzato da Value Relations con il patrocinio di F.A.V.O.

Radioterapia, macchinari vecchi

Un corretto percorso terapeutico non può prescindere dalla disponibilità di adeguati supporti tecnologici. Tuttavia, ad oggi, in Italia, la dotazione di apparecchiature per radioterapia risulta ancora molto carente (in media 7 macchine per milione di abitanti), disomogenea (penalizzando, come spesso accade, le regioni del Sud), obsoleta (il 45,5% delle macchine ha più di 10 anni), e sconta inoltre una forte carenza di professionisti del settore formati in modo idoneo all’uso delle attrezzature più moderne ed efficaci.

“È necessario favorire e migliorare lo sviluppo delle Reti oncologiche e dei team multidisciplinari, garantendo che in ogni Centro di Radioterapia sia presente una tecnologia adeguata ai tempi e alle prestazioni erogate dal Centro, ma anche che non manchino professionisti adeguatamente formati, per garantire prestazioni all’altezza delle possibilità offerte dalle più moderne tecnologie, e infine che siano presenti ed effettivamente sfruttati con collegamenti e collaborazioni ai con Centri più ‘grandi’ per soddisfare offrire in concreto tutte le opzioni terapeutiche nel modo più appropriato”. Questo il commento del Prof.Vittorio Donato, Presidente AIRO (Associazione Italiana di Radioterapia ed Oncologia Clinica).

I percorsi di cura, la necessità di nuovi strumenti

“La radioterapia, da sola o integrata con farmaci di ultima generazione, allunga la sopravvivenza dei pazienti e allevia i sintomi, migliorando la loro qualità di vita – prosegue il Prof. Vittorio Donato – Ma per rispondere alla sua ‘mission’, la Radioterapia necessita di un costante ammodernamento, con la sostituzione delle apparecchiature almeno ogni 10/12 anni, e di una continua formazione professionale. Evidenze cliniche e di Health Technology Assessment (HTA) dimostrano che macchinari al passo con le attuali conoscenze scientifiche e capacità tecnologiche garantiscono prestazioni qualitativamente migliori, che si traducono in anni di vita per i pazienti, e maggiore efficienza per il servizio sanitario, grazie alla possibilità di ridurre i tempi di trattamento e gli accessi in ospedale rispetto alle terapie standard. Non sprechiamo l’occasione del PNRR – esorta il Prof. Donato – per dotare finalmente il Paese di tecnologie all’avanguardia, all’altezza di un futuro sempre più promettente sul fronte della lotta ai tumori, e all’insegna di una maggiore equità di accesso alle cure”.