Milano che schianto in casa dell’ammazzagrandi Kazan: 97-71!

Il Real Madrid si era fermato a 58 punti segnati e 65 incassati al passivo: ma c’è modo e modo, per uscire sconfitti da un confronto europeo

La seconda sconfitta dell’Olimpia Milano ha fatto notizia. Non solo perché era il knock-down della prima in graduatoria. Ma perché dopo l’Unics Kazan si conferma la ammazzagrandi, di questa prima parte della Coppa dei Campioni. 19-17 poi 25-16 e la serata prendeva una piega balorda, per i vice-Campioni d’Italia. Altri 13 punti nei restanti 20’ e la frittata era bella che completa. 97-71.

C’è modo e modo, di perdere. E il fatto che tante fragilità siano uscite tutte assieme, non è piaciuto, agli osservatori di fede milanese. Perché questa Unicus è la stessa che ha reso ridicolo l’attacco del Real Madrid in una gara d’altri tempi, finita 65-58. Quando mai, nella storia del popolare e temuto club iberico, il punteggio, in attacco, si è fermato a numeri così anemici?

Le grandi percentuali al tiro dalla distanza della formazione avversaria hanno mandato al tappeto Milano, nonostante i diversi adattamenti difensivi ipotizzati dall’esperto tecnico dell’Olimpia.

Ettore Messina, da persona saggia, ha detto: “Pensiamo alla prossima”. E’ il modo, caratterialmente moscio, che non è piaciuto, della prima della classe del nostro campionato di Serie A1.

Il Barcellona ha fatto bene, a non fidarsi. E il primo quarto, 13-13, ha detto di un CSKA Mosca in discreto spolvero. Il secondo parziale, 25-14, metteva in chiaro certi concetti offensivi dei cestisti catalani. Ma il terzo periodo era di notevole impatto. Dal +11 per il Barça si passava a un clamoroso -9 con un assurdo parziale, 13-33. Fino a rimettere le cose a posto quando la squadra di casa ricordava il concetto di difesa. 30-13 e buonanotte ai sogni moscoviti. La benzina era finita, la precisione al tiro anche.

Diversa, la storia di Tel Aviv. I primi due anche i primi tre parziali mettevano al riparo il Maccabì dal rientro del Monaco, superato 95-84. Tanto per mostrare i muscoli a tutte quelle che sognano di prendersi la coppa con la retina.

A Istanbul tragedia greca. E non è una battuta. Partita equilibrata fino al 20’ e volendo anche nel periodo del rientro in campo. Ma l’Olympiakos era spazzato via dal 20-3 dal 31’ alla sirena finale, per due punti d’oro, per l’Efes Anadolu che ha voglia di cancellare quanto di brutto fatto fin qui, da Campione d’Europa.

La partita delle difese blindate ha visto il 75-66 finale per lo Zenit San Pietroburgo sull’Alba Berlino, con il collettivo tedesco questa volta apparso in regresso. Palesemente. La compagine russa, sul suo campo, sta facendo vedere le cose migliori. Tanto di cappello.

Milano adesso è stata ripresa dalle due di Spagna, che è sempre meglio tenere a debita distanza, in vista dei confronti diretti. Per diventare grandi, spiccare il volo, mettere paura anche a chi è abituato, a certe altitudini, occorre rimboccarsi le maniche.

Come mero dato statistico il giorno precedente le gare descritte, è arrivata la prima vittoria dello Zalgiris Kaunas, 76-69, a una Panathinaikos da parecchi mesi irriconoscibile. Solo la crisi economica può giustificare quella tecnica e delle sconfitte patite?

Questa settimana le partecipanti faranno gli straordinari, con 2 partite in pochissimi giorni. E un caledario che costringerà la nostra rappresentante, Olimpia Milano, a viaggiare. Più che a correre in campo. Oggi Bayern-Panathinaikos e Real Madrid-Stella Rossa. Che per i cestisti spagnoli potrebbe già essere un esame severo.

Classifica: Barcellona, Milano, Real Madrid 8 vittorie (2 sconfitte); Maccabì Tel Aviv e Zenit San Pietroburgo 7 (3), Asvel Lyon-Villeurbanne e Olimpiakos Pireo 6 (4); Monaco, Unics Kazan e CSKA Mosca 5 (5); Anadolu Efes Istanbul, Stella Rossa, Bayern, Baskonia 4 (6; Fenerbahce e Alba Berlino 3 (7), Panathinaikos 2 (8), Zalgiris Kaunas 1 (9).