Dopo l’operazione “Basta Dittatura” anche oggi la Polizia di Stato è stata impegnata su tutto il territorio nazionale per l’esecuzione di 29 perquisizioni a carico di appartenenti a gruppi No Vax  e No Green Pass.

Queste persone, attive su canali Telegram, sono accusate di vari reati, dalla costituzione e partecipazione ad associazione segreta, all’istigazione, all’interruzione di pubblico servizio fino all’associazione per delinquere finalizzata a compiere danneggiamenti.

No Green Pass, perquisizioni a Genova a Firenze

Ben 24 perquisizioni sono stati svolti dalla Dda di Genova, il resto dalla Digos di Firenze. Le indagini soo state avviate per continuare gli accertamenti per identificare gli autori di minacce rivolte nei confronti di esponenti delle istituzioni regionali e ad un medico.

Insomma Telegram continua ad essere una trappola per i movimentisti No Green Pass. Con l’illusione che Telegram sia un canale di messaggistica assolutamente sicuro ed inviolabile, i frequentatori di queste chat scrivono di tutto, convinti che nessuno possa venire a saperlo. La Polizia invece ha imparato e ormai riescono a carpire informazioni dagli utenti, svelando l’anonimato dietro il quale tentano di celarsi. Introducendosi nelle chat, le forze dell’ordine riescono, parlando con i membri, a carpire informazioni ed altre notizie che si rivelano poi decisive nelle indagini e negli interventi svolti nelle ultime settimane.

Risultati, come detto, che si erano visti nell’operazione “Basta Dittatura”, chat che nei mesi scorsi aveva raccolto decine di migliaia di iscritti, risultando essere il “nodo di collegamento con tutti i principali spazi web di protesta, degradata via via in un persistente incitamento all’odio ed alla commissione di gravi delitti – scrive la Polizia in una nota – la propagazione virale dei messaggi ha determinato inoltre consistenti disagi nella gestione dell’ordine e sicurezza pubblica delle piazze”.

Nelle stesse ore, intanto, la Digos della questura di Firenze, coordinata dalla Procura della Repubblica di quel capoluogo e dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione, sta eseguendo altre 5 perquisizioni a carico di altrettante persone attive in rete e ricollegabili al movimento “V–V”, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata a compiere danneggiamenti ed altri reati.