Protesta dei medici e degli infermieri, in Piazza Santi Apostoli a Roma

Mentre l’Italia e l’Europa affrontano l’inizio della quarta ondata:

I medici e gli infermieri di pronto soccorso hanno manifestato mercoledì, in piazza Santi Apostoli a Roma.

Sono scesi in piazza vestiti con un camice bianco e un nastro blu scuro, e hanno lanciato l’appello a “salvare la medicina d’urgenza”.

Il sit-in è stato organizzato per “sensibilizzare decisori e opinione pubblica affinché si lavori alla ricostruzione di un sistema efficiente”.

 

Dopo due anni dall’inizio della pandemia da Covid

“Siamo esausti a continuare a combattere su due fronti mentre affrontiamo una crisi strutturale mai vissuta prima”.

Sul sito della Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza, si legge:

“Le problematiche che ci affliggono sono numerose e non hanno ancora ricevuto costruttive attenzioni”.

Mancano 4mila tra medici e infermieri, il 30% degli organici necessari a farli funzionare, con problemi di turni di lavoro massacranti, sovraffollamento, ambulanze in attesa.

La protesta nasce dalla certezza che quanto fatto finora non basti.

 

Condizioni di medici e infermieri

“Non ci sono i giusti e necessari tempi di recupero psico-fisico e spazio da dedicare alla loro formazione e agli indispensabili aggiornamenti professionali”.

Sono le parole che si leggono nella nota diffusa dalla Simeu, la Società italiana della medicina di emergenza-urgenza, che rappresenta medici e infermieri che lavorano a causa dell’emergenza territoriale, nei Pronto Soccorso e nelle strutture di Medicina d’Emergenza ospedaliere.

“Devono essere garantite eque prospettive di carriera e una riforma sulla modalità di accesso al sistema sanitario nazionale per i giovani professionisti attualmente in Scuola di Specializzazione.

Poi le misure di assistenza, le tutele legali e la protezione dagli episodi di aggressione e violenza sul luogo di lavoro.

La medicina di Emergenza Urgenza è una specialità che deve essere legittimata nel suo ruolo per le specifiche competenze”.