Con un peso sul cuore e la voglia di non sapere e non sentire. Così si son svegliati quest’oggi gli appassionati di tennis e i cultori della bellezza, allarmati gli uni come gli altri dai rumors che circolavano sulle dichiarazioni rilasciate da Roger Federer al quotidiano svizzero Le Matin. Paure e ansie, va da sé, tutte legate all’ipotesi di trovare tra le sue riflessioni quella – stavolta definitiva – sul suo ritiro.
Federer: “Il mio ritiro avverrà su di un campo da tennis”
Scongiurato il peggio, le dichiarazioni di Federer offrono ugualmente agli addetti ai lavori una notizia certa e un’ipotesi sulla quale ragionare. La prima, sulla quale ben poco c’era da attendere in termini di novità, riguarda la sua assenza ai prossimi Australian Open di gennaio. La seconda, che offre invece il fianco a più interpretazioni, racconta di un Federer che punta all’estate 2022 per poter tornare a calcare i campi da tennis. Anche se, prosegue lo svizzero, “Sarei estremamente sorpreso se riuscissi ad essere in campo a Wimbledon”.
Il motivo è presto detto. “Quest’estate con il mio staff e i medici abbiamo deciso di suturare la lesione al menisco, il che comporta dei tempi di inattività lunghi. I medici hanno quindi colto l’occasione per curare anche la mia cartilagine. La combinazione di questi due interventi richiede molta pazienza e prudenza. Devo dare al mio ginocchio il tempo di ristabilirsi. I prossimi mesi saranno cruciali in tal senso”. Cruciali e incerti. Ad agosto Federer compirà 41 anni, Cronos è dio esigente che non fa sconti e per gli atleti d’alto livello il prezzo da pagare consiste in cartilagini sempre più compromesse e articolazioni sempre più arrugginite.
Dell’affetto e dell’orgoglio, di volontà e fragilità
Ed è qui però che il campione si dimostra tale. A prescindere dall’esito della contesa, mai così incerta contro avversari così subdoli quali il tempo e il logorio fisico, Federer vuole darsi un’altra chance per far calare il sipario su una carriera straordinaria che non merita di concludersi nei modi crudi e impietosi che hanno accompagnato la sua ultima uscita (quarto di finale a Wimbledon perso in tre set contro Hurkacz con un 3°set perso a zero).
“La mia ambizione – ha dichiarato Federer a Le Matin – è vedere di cosa sono capace un’ultima volta. Ciò che mi sprona e mi motiva è poter dire addio a modo mio e su un campo da tennis”. E mentre lo diceva, Roger, il pensiero non era certo rivolto a Frank Sinatra (“I did it my way”), all’uomo che attraversa il tempo e mentre lo fa guarda dallo specchietto retrovisore tutta la strada fatta per arrivare sin lì o al tramonto di là dal parabrezza.
No, lo sguardo di Federer mira altrove: al futuro e alla strada che lo attende; a se stesso, con l’ironia di chi sembra aver già compreso la delicatezza di questo momento (“La mia vita non crollerà se non giocherò di nuovo una finale di un torneo dello Slam); e infine alle emozioni che ancora una volta intende assaporare, per lui e per i tanti appassionati che “meritano di meglio rispetto a quanto visto nell’ultima stagione sull’erba”.
E allora, provaci ancora Roger. Nella bellezza dei tuoi gesti c’è un che di verità che non invecchia e che non potrebbe essere spiegato altrimenti: è una verità che si fa da sé, una rivelazione, un balsamo per l’anima. Mentre lo diciamo già sentiamo però farsi largo la pungente malinconia che ci attanaglierà il giorno del tuo addio. Ma questo preferiamo ancora non confessarlo. Non oggi, non ancora