Greenpeace: “La prima bozza della normativa europea per proteggere le foreste non basta per difendere la biodiversità, il clima e i diritti dei  popoli indigeni”. E’ questo il commento dell’associazione sulla prima bozza della normativa che la Commissione Europea ha pubblicato  recentemente  per eliminare la deforestazione dalle catene di approvvigionamento dell’UE.

Secondo Greenpeace si tratta di un importante passo avanti verso la protezione delle foreste del mondo, ma il testo presenta ancora gravi lacune.

La normativa, infatti, per la prima volta chiede alle aziende che immettono specifici prodotti e materie prime sul mercato comunitario, di tracciarne l’origine e dimostrare che non sono collegati alla distruzione o al degrado delle foreste.

“La lista di prodotti e materie prime stilata dalla Commissione, tuttavia, non include carne di maiale, carne di pollo, gomma e mais, la cui produzione è legata alla distruzione di foreste ed ecosistemi”, ribadisce Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia.

“Inoltre, la protezione accordata alle foreste rischia di non interessare altri ecosistemi di grande importanza per la salvaguardia della biodiversità e del clima del pianeta, come le savane e le zone umide”

Preoccupante inoltre che il rispetto delle normative internazionali per la tutela dei diritti umani non venga considerato tra i requisiti per immettere questi prodotti sul mercato comunitario, lasciando i popoli indigeni e le comunità forestali tradizionali esposti ad abusi e violenze. Infine, “la proposta non affronta l’impatto degli investimenti del settore finanziario europeo sugli ecosistemi planetari”.

I negoziati al Parlamento europeo e tra i ministri nazionali dovrebbero iniziare nella prima metà del 2022. “Chiediamo alla Commissione Europea di sostenere l’adozione di una normativa rigorosa ed efficace, in grado di proteggere davvero gli ecosistemi del pianeta e chi da sempre li difende”, conclude Borghi.