Il palcoscenico del Teatro Lo Spazio il 23 e il 24 novembre alza il sipario su LEGITTIMA DIFESA DOSSIER spettacolo sulla violenza di genere scritto e diretto da Ilenia Costanza.

La pièce, drammaticamente poetica, libera una scia di donne che raccontano un dolore, al di là della razza o del credo religioso. Vittime di violenze legittimate da culture e religioni, giustificate dal bisogno, scatenate dalla furia del branco, generate dalla mente morbosa di padri deboli, degenerate dalla stanchezza di coppie infelici, scaturite da malsani sensi di inferiorità. Questo dossier descrive la violenza sulle donne: fa i nomi, racconta le modalità, sussurra le emozioni: alcune storie per tante femmine a cui è stata strappata l’anima. Storie drammaticamente vere, viste di sfuggita nei telegiornali all’ora di pranzo, dimenticate da una società inerme e scandalosamente assuefatta.

Legittima difesa dossier: l’overture di Alda D’Eusanio e il cast

Lo spettacolo è stato promosso e realizzato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e vede in scena un cast graffiante e un’ouverture affidata alla giornalista Alda D’Eusanio e a un gruppo di artisti sensibili e impegnati contro il femminicidio. 

Hina Saleem, 20 anni, uccisa a Brescia per aver amato un ragazzo italiano; Dalia, moldava, venduta dalla nonna a 12 anni e portata su una nave come prostituta; Deborah Rizzato, 25 anni, violentata, perseguitata e infine assassinata per essere stata inconsapevole oggetto di morbosi desideri; Franca Rame, stuprata da 4 uomini e poi abbandonata al parco… e poi le testimonianze dei riti della circoncisione delle adolescenti del Mogadiscio, i piedi torturati delle bambine cinesi, i seni stirati delle donne del Camerun. E ancora gli struggenti racconti delle baby prostitute orientali tanto care agli uomini bianchi, la tratta delle bianche portate in Italia come badanti e poi gettate in strada, gli stupri durante le guerre, le bambine con la testa sotto le lenzuola davanti a madri che insegnano loro il silenzio, donne sfinite da mariti dispotici e aggressivi, picchiate a sangue, sovente uccise. 

Un’assurda schiera di donne che non hanno avuto la forza di denunciare

Un’assurda schiera di donne che non ci sono più, che non possono più gridare, perché non lo hanno fatto prima, che non possono più denunciare questo scempio, perché non hanno avuto la forza di farlo prima: Luigia Mambretti, a Milano, 63 anni, uccisa a colpi di pistola dal marito; Rosalia di Maggio, a Ravenna, 40 anni, uccisa con arma da fuoco dall’ex fidanzato; la piccola Greta, a Bologna, 10 anni, uccisa con arma da taglio dal padre; Eleonora Donadoni, a Roma, 34 anni, uccisa a coltellate dal marito; Giovanna Telese, a Foggia, 16 anni, uccisa a colpi di pietra dall’ex fidanzato; Felicia Semeraro, a Taranto, 32 anni, uccisa a martellate dal convivente; Maria Pia Scuto, a Catania, 41 anni, decapitata dal marito e tante, troppe ancora. 

In chiusura, si grida una denuncia, si alza la testa davanti a un pubblico inerme, come inerme a tratti appare la società̀ davanti a questa vera e propria strage di innocenti. È un grido. L’ennesima provocazione alla pigra morale comune. A chi la colpa? E’ giusto additare solo la mitologica bestialità del maschio? “Ogni uomo oppressivo ha una madre che gli ha trasmesso una cultura. Il maschilismo è come l’emofilia: colpisce l’uomo, ma è trasmesso dalle donne”. 

Spettacolo sconsigliato ai minori di 14 anni, tutte le informazioni e prenotazioni sul sito del Teatro Lo Spazio