Il trend negativo, non si ferma, e l’Italia, come anche gli altri Paesi europei, sta vedendo un aumento del numero dei casi di positività al Covid 19. Non c’è dubbio che è in atto la quarta ondata e che ad oggi il Governo stia già pensando a come contenere questa crescita repentina.  Il ministro Speranza insieme ai tecnici è al lavoro anche per cercare di scongiurare altre chiusure in vista del Natale.

Aumento dei casi di Covid. Cambiano le colorazioni delle Regioni?

La situazione è incerta, ma per passare da zona bianca a zona rossa, alcuni parametri devono balzare dall’attuale 15% al 40%. Secondo il comunicato stampa del 22 luglio 2021, la collocazione delle Regioni nelle diverse fasce di colore, avverrà a seconda dell’incidenza delle occupazioni dei letti di ospedale e delle terapie intensive. Saranno questi numeri poi a determinare le restrizioni per limitare i contagi.

Per rimanere in zona bianca

Le Regioni restano in zona bianca se l’incidenza settimanale dei contagi è inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive. Qualora si verificasse un’incidenza superiore a 50 casi per 100.000 abitanti, la Regione resta in zona bianca se il tasso di occupazione dei posti letto in A. M. (area medica) è uguale o inferiore al 15% e il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è uguale o inferiore al 10%.

 

Da zona bianca a zona gialla

La condizione di passaggio, di una Regione, da zona bianca a zona riguarda innanzitutto l’incidenza settimanale dei contagi che dovrà essere pari o superiore a 50 ogni 100.000 abitanti. Il tutto legato al tasso delle terapie intensive e al tasso di occupazione dell’area medica. Il primo non dovrà superare il 10% e il secondo 15%.

 

Da zona gialla a zona arancione

È necessario che si verifichi un’incidenza settimanale dei contagi pari o superiore a 150 ogni 100.000 abitanti e aver contestualmente superato i limiti di occupazione dei posti letto di area medica e terapia intensiva prevista per la zona gialla.

 

Da zona arancione a zona rossa

Una Regione è in zona rossa in presenza di un’incidenza pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti e se il tasso di occupazione dei posti letto in A. M. (area medica) è superiore al 40% e il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è superiore 30%.

 

Qual è la situazione attuale?

Al momento tutte le nostre regioni rimangono in zona bianca ma alcune potrebbero presto tornare a tingersi di giallo. È il caso, ad esempio, del Friuli-Venezia Giulia, sotto la lente di ingrandimento anche per quanto riguarda l’occupazione dei posti letto in ospedale, sia nei reparti ordinari, sia in quelli di terapia intensiva. Secondo gli ultimi dati aggiornati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (A.G.E.N.A.S), la situazione peggiore si registra, dunque, in Friuli-Venezia Giulia, dove la percentuale di ricoverati in terapia intensiva rispetto ai posti disponibili è del 14%. Una percentuale che scende al 13% nei reparti ordinari.

 

Dal Friuli Venezia Giulia al Lazio. Le 4 Regioni più a rischio

La Regione che segue il Friuli, sono le Marche, in cui le terapie intensive sono occupate al 10% e i reparti ordinari al 7%. Come anche la scorsa settimana, la provincia autonoma di Bolzano, segue il trend negativo poichè l’occupazione delle terapie intensive è pari al 9% e quella nei reparti ordinari si attesta al 14%. Il Lazio, con una situazione al limite, vede occupate all’8% le terapie intensive e al 9% i reparti ordinari.