Non solo la salute fisica, l’altra faccia della pandemia tocca direttamente la nostra psiche. Anche se siamo di fronte alla quarta ondata di  Covid 19, i numeri sulla campagna vaccinale e l’estensione del Green Pass a tutti i lavoratori fanno  ben sperare in un futuro migliore.

Intanto le aziende stanno gettando le basi della futura organizzazione lavorativa. Sarà lo smart working a vincere o il ritorno in presenza? Molti esperti del settore credono che ad affermarsi sarà una formula ibrida, in cui la settimana lavorativa verrà divisa tra giorni a casa e giorni in ufficio.

Intanto i numeri diffusi dall’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano sono chiari: prima del lockdown i lavoratori smart erano 570 mila, hanno raggiunto quota 8 milioni nel periodo acuto della pandemia, e nella nuova normalità si stimano in modalità agile circa 5,3 milioni di persone.

Ma se adattarsi all’ufficio domestico non è stato facile, tornare al vecchio sistema appare ancora più difficile. Il Covid, infatti, ha trasformato la mentalità dei lavoratori che ora vogliono un maggiore equilibrio tra sfera professionale e privata, più spazi personali e maggiore elasticità negli orari. Proprio in questa fase di transizione si rischia di essere poco preparati sul piano psicologico ad affrontare il trauma del rientro al lavoro e del dibattito sempre più intenso e con toni accesi che rischiano di creare divisioni aspre sul dualismo vaccino si, vaccino no.

Per molti tornare al lavoro può essere motivo di ansia preoccupazione per due ragioni: la paura del contagio nei luoghi chiusi e il timore di scontrarsi, dal punto di vista relazionale, con i colleghi che possono essere vaccinati oppure no, e quindi avere posizioni differenti su un tema tanto caldo in questo momento storico che sta creando non poca instabilità e violenza sociale.

“La pandemia da Covid-19, con tutte le sue conseguenze economiche, sociali e politiche, sta assumendo per molte persone e società le caratteristiche tipiche dei traumi collettivi. Molte ricerche condotte da psicologi ci spiegano che un trauma può continuare ad esistere nella nostra mente molto tempo dopo l’avvenimento negativo che lo ha provocato. Quando questo accade, il mondo torna alla normalità, ma la mente continua a soffrire”, spiega Simone Rosati, trainer di intelligenza emotiva, che nella lunga carriera tra Italia ed estero, ha acquisito importanti conoscenze teoriche, certificazioni internazionali e competenze pratiche per affrontare ogni tipo di cambiamento che coinvolge le persone, prima che i lavoratori.

Con l’obiettivo di affrontare un problema che sta coinvolgendo milioni di italiani, da una parte l’adesione alla campagna vaccinale, indispensabile per ottenere il Green Pass ed avere accesso al luogo di lavoro, dall’altra la conflittualità tra favorevoli e contrari al vaccino anti-Covid, Rosati ha elaborato una serie di survey, tavole rotonde ed incontri con dirigenti di importanti aziende, che prendono il nome di Green Plus. Tra le varie iniziative in corso, anche la prima tavolta rotonda che si chiamerà Evolutionary Talk, in cui parteciperanno in video streaming special guests famosi e Rosati guiderà l’evento in qualità di moderatore.

Proprio oggi su Una Mela al Giorno condotta da Roberta Sias alle 16.30, avremo ospite Simone Rosati,  coach e trainer di intelligenza emotiva, mi raccomando seguiteci sul 264 DTT e in streaming qui sul sito di Cusano Italia Tv!