La crisi dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia non accenna a placarsi. Martedì, la polizia polacca ha utilizzato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per fermare le persone che tentavano di entrare nel Paese. Una guerra ibrida, condotta dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko utilizzando i rifugiati, che l’Unione europea sta cercando di contenere a colpi di sanzioni e finanziando la Polonia con oltre 100 milioni di euro per la protezione delle sue frontiere. Sandro Gozi, europarlamentare di Renaissance UE, è intervenuto sul tema ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Crisi migranti Polonia-Bielorussia
“Perché qualche migliaio di migranti provoca una crisi così vergognosa? Innanzitutto perché l’Europa continua a non mettersi d’accordo sulla questione delle migrazioni –ha affermato Gozi-. Se l’UE avesse stabilito che l’immigrazione è una questione comune, quando arrivano i migranti immediatamente bisogna assumersi le responsabilità insieme, aiutando il Paese colpito dalla crisi e subito distribuire i richiedenti asilo e rimpatriare chi non ne ha bisogno, la situazione sarebbe diverse. A causa dei Paesi dell’Est Europa che si oppongono non c’è un accordo su questo e i nemici dell’Europa come Lukashenko l’hanno ben capito, sanno che l’UE è debole sull’immigrazione e la usano come arma. A questo bisogna aggiungere che la Polonia non vuole che Frontex sia presente al confine, purtroppo le regole europee stabiliscono che è necessario il consenso del Paese autorizzato. La Polonia viola i diritti fondamentali di queste persone. I polacchi continueranno a provocare, a violare le regole dell’UE da dentro senza pensare di uscire perché conviene molto di più alla Polonia stare in Europa che all’Europa avere la Polonia”.