Sergio Agüero, il trentatreenne attaccante del Barcellona a cui è stata riscontrata un aritmia cardiaca maligna, non viole smettere e chiede tempo per decidere.
Sergio Agüero, il ritiro:
Pochi giorni fa è spuntata una chat privata del calciatore argentino con la giornalista argentina Marìa Pìa Shaw. In questa chat privata tra i due, Agüero spiega alla giornalista la situazione che sta cercando di risolvere insieme a l’equipe dei medici che assistono il fuoriclasse agentino classe 1988.
Agüero – Shaw, la conversazione:
“Sto bene, bene… I rumors sono terribili. Questa cosa del cuore richiede tempo, almeno 6 mesi. Ho 33 anni e dovrei aspettare 6 mesi, più tre di allenamento per tornare in campo. Beh, è ??complicato. Dovrei stare fuori 9 mesi, quasi un anno, ecco perché speculano sul mio ritiro. Se mi dicono che devo smettere lo farò, ma prima aspetto i risultati”. “Continuo nel mio piano di recupero, poi vedremo quale sarà la cosa migliore. Sono stato ricoverato in ospedale cinque giorni, mi hanno controllato, dopo di che sono stato a riposo fino al primo test. Quindi, ora è una questione di pazienza…Sono andato ad Andorra per tre giorni, ero molto nervoso per tutto quello che era successo. Tra una settimana farò gli esami in clinica e vedremo i passaggi da seguire. Ma quello che si dice è strano, non lo so..”
Agüero, gli esami
L’attaccante argentino sta svolgendo una serie di numerosi esami coadiuvati da un serrato piano di lavoro. Il lavoro e gli esami che sta svolgendo, spiega, serviranno allo stesso Agüero per poter prendere una decisione ponderata e non affrettata sul suo futuro. Fatto sta che Sergio Agüero, da qui a breve potrebbe essere costretto al ritiro dal calcio giocato.
“Tutto ruota sul concetto di aritmia, perché come ben sapete le aritmie possono essere di diversi tipi. Quando la presenza cardiaca si altera, i ritmi diventano anomali si parla di aritmia. Ma queste aritmie possono essere dovute a fatti congeniti oppure ad altre problematiche è difficile fare una previsione sul rientro del giocatore se non si ha una diagnosi precisa.”
Dichiara il professor Enrico Castellacci, esperto in Ortopedia e Traumatologia, nonché ex medico di medicina dello sport della nazionale Italiana di calcio. Intervenuto durante la trasmissione “Sport Academy” in onda su Radio Cusano Campus.