Covid19 e vaccinazione in Africa, gli effetti sulla salute pubblica
La pandemia e la collaborazione tra i Paesi africani
Vaccini Covid19 in Africa, la posizione di Amref
Amref chiede la collaborazione di tutte le parti in causa
Le 5 proposte al mondo dei Paesi dell’Africa per la vaccinazione contro la Covid19
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Porre fine alle scorte vaccinali
Nessuna provvista di vaccini nei Paesi ricchi dovrebbe essere concessa prima che siano state vaccinate anche le persone in Africa e in altre parti del mondo. Ci sono oltre un miliardo di vaccini già immagazzinati o in attesa di consegna in Europa e negli Stati Uniti – i cui Paesi e Stati godono già di alti tassi di vaccinazione – che, se trasferiti nei Paesi africani o in altri Paesi a basso e medio reddito, potrebbero salvare migliaia di vite. Sia i produttori di vaccini che i Paesi con scorte supplementari di vaccini dovrebbero dare la priorità ai Paesi sprovvisti, accelerare le donazioni di dosi a COVAX, e rinnovare il loro sostegno per garantire un accesso equo ai vaccini COVID-19 in tutto il mondo.
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Limitare la somministrazione di dosi booster
Non dovrebbe esserci un lancio su larga scala di dosi addizionali, a completamento del ciclo vaccinale primario, fino a quando una fornitura di vaccini sufficiente a inoculare un primo ciclo vaccinale completo non avrà raggiunto il continente africano. Questo è il modo più efficace per salvare il maggior numero di vite. In linea con la richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per una proroga sui richiami del vaccino anti-COVID-19, i Paesi ad alto reddito dovrebbero astenersi dal distribuire dosi di richiamo e condividere invece le forniture di vaccini con i Paesi africani per consentire alle persone più vulnerabili del mondo di essere vaccinate.
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Condividere di più e più velocemente
Alcuni Paesi hanno iniziato a condividere i vaccini, ma questa pratica deve essere sia incrementata che accelerata. L’OMS ha proposto che entro la fine dell’anno almeno il 40% delle popolazioni di tutti i Paesi sia vaccinato, e il 70% entro la metà del 2022. Questi obiettivi si dimostrano realizzabili solo se i leader mondiali lavorano per raggiungere coloro che attualmente non sono vaccinati.
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Condividere licenze, tecnologie e competenze, e rinunciare alla proprietà intellettuale per le tecnologie sanitarie COVID-19 a livello globale
Le case farmaceutiche avrebbero dovuto fare di più per condividere gli strumenti che avrebbero dato impulso alla produzione di vaccini nel continente africano, rinunciando ai diritti di proprietà intellettuale relativi sui beni COVID-19 e facilitando la diffusione delle conoscenze mediche esistenti. È promettente vedere il primo hub di trasferimento tecnologico dell’mRNA dell’OMS sviluppato in Sud Africa, ma non è abbastanza. Fornire personale, competenze e requisiti tecnici essenziali accelererebbe notevolmente i processi di produzione nazionali e salverebbe migliaia di vite umane.
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Mai più
Imparando da questa pandemia, l’Africa non dovrà mai più trovarsi in una posizione in cui è così dipendente da altri Paesi per forniture mediche salvavita (come i vaccini contro la Covid19). Dai dispositivi di protezione individuale (DPI) per gli operatori sanitari e per le comunità, alla ricerca, allo sviluppo e alla produzione locale di diagnostica, cure e vaccini. Il continente africano deve fare tutto il possibile, compresa la ratifica da parte di tutti gli Stati membri dell’Unione africana, dell’Agenzia africana per i medicinali, e mirare a essere completamente autosufficienti nel futuro prossimo. Non possiamo più accettare lo status quo che sta accompagnando un’ondata di morte e distruzione in tutto il continente africano. Insieme, i leader africani e globali possono e devono unirsi per porre fine alla fase acuta di questa pandemia e quindi passare rapidamente alla ricostruzione dei sistemi sanitari dei Paesi a basso e medio reddito.