Solo un altro anno di canone Rai e poi addio. Poi, a partire dal 2023 questa voce sparirà dalla bolletta e sarà solo un brutto sogno. L’intenzione del Governo guidato dal premier Mario Draghi, è quella di rispettare gli impegni presi con l’Europa tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza (P.N.R.R.), e per questa ragione dai costi dell’energia dovranno sparire tutti gli ‘oneri impropri’. Tra questi rientra infatti, anche il canone di abbonamento alla televisione.
Addio Canone Rai: dal governo Renzi a quello di Draghi
Il Canone Rai venne inserito dal governo Renzi come voce nelle utenze elettriche nel 2016, con l’intento (centrato) di contrastare l’evasione fiscale dell’imposta. Attraverso la riforma del mercato dell’energia a partire dal 2023 la Radiotelevisione italiana tornerà ad essere un’imposta gestita in autonomia perché, come sostiene l’U.E., non si può chiedere obbligatoriamente ai fornitori di energia di riscuotere oneri non legati al proprio settore di mercato, né dunque ai consumatori di pagare nella stessa bolletta un costo connesso ad un servizio diverso.
Bollette a costi record
Il costo fisso Rai, emesso dalle società elettriche, ha aumentato drasticamente il gettito riscosso. Come dimostrano anche le diverse inchieste della Commissione europea, il canone appesantisce in maniera eccessiva le bollette dell’energia, che diventano molto più care dell’effettivo dovuto. Anche per questa ragione andrebbe eliminato.
Dal 2021 al 2023. Due anni di attesa
Il riferimento alla riforma del mercato dell’energia è fondamentale perché si tratta del prossimo passo nella road map di liberalizzazione dei servizi. Infatti, il passaggio dal mercato tutelato (luce e gas) a quello libero previsto per il 2022 è slittato di un anno, portandosi con sé anche la riforma del canone Rai.
Quindi, anche il prossimo anno i 22 milioni di italiani che dichiarano di possedere almeno una tv si ritroveranno in bolletta i 90 euro (spalmati in 10 rate) dell’imposta sulla «detenzione di apparecchi atti alla ricezione di radioaudizioni televisive».