Il jazz è un linguaggio atemporale, che si sposta fluidamente da decennio a decennio, pur rimanendo fedele a sé stesso. Questa elasticità temporale della musica jazz è il motivo della sua longevità e anche del suo essere sempre all’avanguardia dei cambiamenti musicali, di pari passo con l’innovazione tecnologica, il grammofono, il vinile, il cinema, i video, determinando così un rapporto lungo e fecondo tra jazz e immagini.
Ma esiste un rapporto con i videogames, uno dei più recenti media che tanto hanno influenzato e influenzano le ultime generazioni? In effetti si, chi ha giocato con Atari, Nintendo o la Play Station, inconsapevolmente ha piacevolmente ascoltato dell’ottimo jazz, mentre si cimentava con giochi come Super Mario, Cuphead, Persona 5, Final Fantasy.

Jazz e videogame: la Machinima, utilizzare il videoludico in modo artistico

Oggi un’altra espressione artistica cinematografica inizia a confrontarsi con il jazz: la Machinima, un’abbreviazione di machine cinema o di machine animation, che si occupa di opere video che usano il medium videoludico in modo artistico, sovvertendo il videogioco per creare altro, documentari, film, visual-art. Oggi i Machinima vengono realizzati in una miriade di modalità differenti, utilizzando gli ambienti di videogame come Halo, GTA, oppure mondi virtuali come Second Life.

La gamification del jazz

Nasce così un progetto articolato e interdisciplinare che vuole esplorare tutte le relazioni tra le sonorità musicali del jazz e le recenti espressioni del linguaggio audiovisivo. Una riproduzione e rielaborazione di suoni e immagini, tra videogames e video arte per una nuova creatività. Una ricerca e una sperimentazione che vede il coinvolgimento di giovani compositori e di due orchestre a confronto con la cultura digitale. Una gamification del jazz per catturare l’interesse dei teenagers, tramite un linguaggio visivo a loro molto familiare.

L’Italia è stata da sempre fucina di talenti jazz, musicisti apprezzati globalmente e dalle carriere luminose, in questo momento storico molto particolare i giovani e giovanissimi musicisti si stanno liberando del passato, perché hanno molto da dire con quel tanto di leggerezza che permette al genere e ai suoi giovani interpreti di fare un grande passo in avanti. In questa ricerca musicale, le big band e le formazioni orchestrali costituiscono ancora oggi un luogo di progettualità per i giovani compositori, una palestra per i giovani musicisti, uno strumento per diffondere la conoscenza del jazz e coinvolgere nuovo pubblico.

Il progetto e i promotori

Il progetto è finanziato dal Ministero della Cultura e sostenuto dalla IMF Foundation e dalla Fondazione Musica per Roma. I promotori del progetto sono tre importanti realtà culturali, Venetojazz, Visioninmusica e Roma Jazz Festival membri della Associazione nazionale, Jazz Italian Platform. Partecipano all’iniziativa: la Colours Jazz Orchestra diretta da Massimo Morganti e la Young Jazz Art Ensemble diretta da Mario Corvini. Le sonorizzazioni e gli arrangiamenti sono stati composti da alcuni componenti delle orchestre, dal Corso di Musica Applicata del Conservatorio di Santa Cecilia e dalla scuola di alta formazione del Saint Louis Music College. Il progetto, con la consulenza di Matteo Bittanti (Milan Machinima Festival), vede anche la partecipazione internazionale di importanti video makers: Benoit Paillé; Jordy Veenstra; Riccardo Retez; Luca Miranda; Florian Krepcik, Ashford Philip Ciampà.

Ulteriori informazioni:

Associazione Visioninmusica: [email protected] – www.visioninmusica.com