Che peso ha nelle viscere di una donna l’essere e il non essere madre? Quale forma o che resistenza accanita assumiamo nel riconoscerci, nel ritrovarci a doverci prendere cura? e qual è il peso di un/a figlia/o, una madre, un padre?

Una cosa enorme di Fabiana Iacozzilli: il nuovo percorso sul voler essere madri e padri restando figli

Approda al Teatro Vascello dal 15 al 21 novembre nell’ambito del Romaeuropa Festival 2021 (dopo il debutto alla Biennale Teatro 2020), Una cosa enorme di Fabiana Iacozzilli, nuovo percorso che la regista e autrice dedica alla nostra condizione di donne e uomini perennemente in bilico tra il voler essere madri e padri e il restare figli.

Il desiderio di essere madre e il suo contrario, la capacità di prendersi cura sono il cuore del lavoro.
In scena, una donna con una pancia enorme si muove nel suo spazio fatto di pochi oggetti tra i quali riesce ancora a essere se stessa. Ci sono un frigorifero, una macchina del gas, una poltrona, una pianta morta. La donna è in costante e paranoico ascolto di una minaccia che incombe dall’alto.

Un gioco di feroce autoanalisi alla base della ricerca artistica

«Nel corso del processo artistico che mi ha portato a “Una cosa enorme” – racconta Fabiana Iacozzilli –  come già avvenuto nel mio precedente lavoro “La Classe”,  ho intervistato donne e uomini, conosciuto le loro storie e i loro dubbi. Mi sono nutrita della ricerca condotta dalla sociologa Orna Donath e delle parole di Sheila Heti che nel suo diario intimo Maternità si pone la domanda “dovrei fare un_ figli_?”. In un gioco feroce di autoanalisi e messa in discussione di sé, cerca di ponderare la scelta fino ad arrivare a una frase che ha illuminato anche la mia ricerca artistica, “se voglio figli o meno è un segreto che nascondo a me stessa: è il più grande segreto che nascondo a me stessa”.».

Si svuotano i simboli e la realtà aderisce a se stessa mentre i performer continuano a cercare sui propri corpi, un centimetro alla volta, un’ appartenenza che continua a trasformarsi.
Fabiana Iacozzilli è una regista-drammaturga che porta avanti un lavoro di ricerca improntato sulla drammaturgia scenica e sulle potenzialità espressive della figura del performer. La regista ha pensato che la donna del suo lavoro forse si stava interrogando sulla sua capacità di riuscire a prendersi cura e continua: «Credo che alla fine questo lavoro sia diventato un oggetto emotivo, un oggetto in bilico tra la forma spettacolare la performance e a tratti la dimensione installativa. Il lavoro s’interroga sulla paura e sul desiderio dell’abbandonare se stessi alla cura di un altro essere umano che sia un padre o un_ figli_ non importa,  s’interroga su una questione che appartiene a ogni donna, alla sua condizione esistenziale e che ha a che fare con una domanda semplice ma per niente consolatoria: “forse, alla fine, si è madri comunque?”».

Gli attori e la produzione

Presentato in corealizzazione con Fabbrica dell’Attore / Teatro Vascello, coprodotto da Cranpi, La fabbrica dell’attore-Teatro Vascello Centro di Produzione Teatrale, Fondazione Sipario Toscana, Carrozzerie | n.o.t, lo spettacolo vede protagonisti Marta Meneghetti e Roberto Montosi e riunisce Fiammetta Mandich per la realizzazione delle scene, Luigi Biondi e Francesca Zerilli per le luci, e Hubert Westkemper (premio Ubu 2019 per La
classe) per il suono.

Tutte le informazioni: [email protected][email protected]
Teatro Vascello via Giacinto Carini 78 Roma Monteverde
Acquista i biglietti on line: https://www.vivaticket.com/it/biglietto/una-cosa-enorme/151813