Il 12 novembre 1989 è una data storica per la politica italiana, per la sinistra in particolare. E’ infatti il giorno dell’annuncio della svolta del PCI. La famosa “Svolta della Bolognina” avviata dal nuovo segretario Achille Occhetto a Bologna; più precisamente al rione Bolognina del quartiere Navile, in occasione delle celebrazioni per il 45° anniversario della battaglia partigiana. L’inizio di un processo che poi il 3 febbraio 1991 portò allo scioglimento del Partito Comunista Italiano che diventerà Partito Democratico della Sinistra.

L’antefatto. La perdurante crisi del PCI, il contemporaneo insediamento a Mosca di Michail Gorbaciov come segretario generale del Partito Comunista Sovietico, il collasso delle repubbliche popolari dell’Europa dell’Est, rilanciarono il dibattito sul nome del PCI. Un fatto che trovò terreno fertile nel nuovo segretario comunista Achille Occhetto, eletto nel giugno del 1988 dal comitato centrale del partito dopo il leggero infarto che aveva colpito il precedente segretario Alessandro Natta.
L’accelerazione. Il fatto che la Germania dell’Est (la ex DDR) possa rinunciare al muro di Berlino (crollato il 9 novembre 1989) e aprire le frontiere, viene avvertito da Occhetto come il segnale definitivo che quel Mondo diviso in due blocchi contrapposti scaturito con la fine della Seconda Guerra Mondiale, è ormai al tramonto.
I passaggi salienti. Il XIX e penultimo congresso del PCI si tenne dal 7 all’11 marzo 1990. Tre le mozioni discusse. Una redatta dal segretario Achille Occhetto, proponeva di aprire una fase costituente per un partito nuovo, progressista e riformatore, nel solco dell’Internazionale Socialista. Una seconda, firmata da Alessandro Natta e Pietro Ingrao si opponeva invece a una modifica del nome, del simbolo e della tradizione. La terza mozione, proposta da Armando Cossutta, era simile a quella di Natta e Ingrao.
Il trionfo di Occhetto. La sua mozione risultò vincente con il 67% dei voti congressuali, contro il 30% raccolto dalla mozione di Natta e Ingrao e il 3% ottenuto da quella cossuttiana. Inoltre, Achille Occhetto venne riconfermato segretario, mentre Aldo Tortorella (firmatario della mozione Natta-Ingrao fu rieletto presidente). La scelta portò alla successiva scissione con protagonisti i filo-sovietici Cossutta, Garavini e Bertinotti che il 15 dicembre 1991 diedero vita al partito della Rifondazione Comunista.
Il XX e ultimo congresso del PCI si aprì il 31 gennaio 1991 a Rimini. La mozione di Occhetto, appoggiata tra gli altri, da Massimo D’Alema, Walter Veltroni e Piero Fassino risultò vincente, e il 3 febbraio nacque il Partito Democratico della Sinistra. Come simbolo aveva una quercia e, in piccolo il vecchio e storico stemma del PCI con falce e martello, posto simbolicamente alla base del tronco dell’albero, cioè vicino alle radici. L’8 febbraio dello stesso anno, Achille Occhetto venne eletto primo segretario del PDS. Si chiudeva così una lunga pagina di storia politica italiana aperta nel 1921 con “la scissione di Livorno”.
La storia su Radio Cusano Campus e Cusano Italia TV a cura di Fabio Camillacci. “La Storia Oscura”, dal lunedì al venerdì on air sulla radio dell’Università Niccolò Cusano dalle 16 alle 17.30. “A Spasso nel Tempo”, in onda sul canale 264 del digitale terrestre alle 20.30 del venerdi.