Disponibile da qualche settimana il secondo volume legato all’epistolario di Charles Dickens: “Una vita in lettere” edito da ABEditore, curatela e traduzione di Laura Bartoli. Ed è proprio Laura che ci racconta qualcosa in più di questo splendido volume dalla veste grafica sontuosa e dai colori oscuri.
Charles Dickens, Una vita in lettere. La parola all’autrice Laura Bartoli
Laura, cosa troveranno i lettori in questo secondo volume?
“In questo nuovo epistolario i lettori troveranno qualcosa che forse non gli piacerà. In questo secondo volume si potranno infatti leggere molti passaggi riguardo la separazione di Dickens con la moglie e molti, moltissimi aspetti cupi del romanziere e devo dire che fa un certo effetto leggerli scritti da lui. Credo che sia un libro che sorprende, anche nel negativo. Mentre nel primo volume si nota che le sue energie sono investite in positivo, in questo invece c’è l’opposto. Anche per me come traduttrice e curatrice è stato difficile lavorare su questo volume perché è molto più semplice lavorare per conservare la memoria letteraria di qualcuno che si stima. In certi capitoli, ripeto, è stato difficile per me stimarlo e credo che sarà lo stesso per il lettore, però forse il bello è proprio questo: scoprire che nessuno è perfetto e che ognuno di noi, da essere umano, è fatto di luci ed ombre. Questo libro, con la selezione delle lettere fatta, nasce proprio dall’idea di mostrare tutte le sfaccettature di Dickens. La copertina nera è molto significativa anche per questo motivo.”
Sinossi
Al termine della pubblicazione di David Copperfield il successo di Charles Dickens era universale, eppure questo secondo volume epistolare, inedito in italiano, dipinge l’affresco di un demone irrequieto che esplode e si sgretola fra le righe. Pare quasi che lo scrittore ripercorra a ritroso la prima metà della sua vita: ritrova gli amori, rivisita i luoghi, torna in Italia e in America, eppure il suo sguardo è cambiato. Non solo ora Dickens osserva il suo pubblico dall’alto dei palcoscenici di mezzo mondo ma con ogni lettera tradisce anche un sentire mutato, forgiato da sotterfugi amorosi, telegrammi in codice, un fisico logoro, eredi indegni e una consorte incapace. Una corrispondenza che incarna l’essenza di un’epoca e irradia della tipica vivacità dickensiana le grandi icone del tempo, da Abraham Lincoln a Hans Christian Andersen.