La ricorrenza piu gentile di novembre

Si celebra oggi, 13 novembre, la Giornata Mondiale della Gentilezza. Il World Kidness Day è stato introdotto nel 1998 dal World Kidness Movement, una coalizione di ONG di movimenti nazionali di gentilezza.

In realtà il 13 novembre è il giorno clou della Settimana Mondiale della Gentilezza, che in tutto il mondo viene dedicata alla divulgazione di quel che davvero significa essere gentili. E cioè comportarsi in modo da mettere al centro la cura e l’attenzione per gli altri.

L’iniziativa, la sua storia anche in Italia

L’idea dell’iniziativa, che dal 2000 si celebra anche in Italia, è nata in Giappone grazie al Japan Small Kindness Movement, fondato nel 1988 a Tokyo da una costola del primo gruppo di organizzazioni riunito nel 1996 nel World Kindness Movement (il Movimento mondiale per la Gentilezza). Un Movimento che di anno in anno si è diffuso in ogni continente.

La propaganda di George Saunders per promuoverla

 

Nel 2013 l’autore e saggista statunitense George Saunders ha tenuto un discorso ai laureandi della Syracuse University sull’importanza della gentilezza (diventato anche un libro pubblicato in Italia da minimum fax). «Ciò che rimpiango di più nella mia vita è aver mancato di essere gentile. Mi riferisco a quei momenti in cui davanti a me c’era un altro essere umano, addolorato, e io ho reagito… assennatamente. In modo riservato. Bonario», si rammarica il Saunders professore. Il suo invito è a essere meno egoisti, più amorevoli e aperti non per principio, bensì perché è la testimonianza più alta di una presa di coscienza e responsabilità: siamo tutti connessi e interdipendenti. Siamo tutti sulla stessa barca.

Chi pratica la gentilezza sa di agire anche per se stesso, perché ne ricava appagamento. Questo appagamento però viene spesso bollato come egoista e dunque censurato insieme alla gentilezza stessa. L’aspettativa di una ricompensa però non ha niente a che vedere col concetto che stiamo esplorando. Infatti chi oserebbe continuare a definire “gentile” un gesto che sin dall’inizio si pone come uno scambio di favori? La gentilezza è un dono, non un credito, e proprio per questo ci fa sentire bene. Un gesto gentile si perfeziona nel momento in cui viene fatto, quando irrompe nella realtà. Non mi servono complessi calcoli su cosa si aspetta l’altro, su come giudicherà il mio slancio, su come (e se) lo ricambierà.