Per il benessere del Pianeta e dei suoi abitanti c’è ancora tanto da fare: è stato detto anche all’ultimo Cop26.
Servono fatti, presto, e la messa in pratica delle conoscenze acquisite fino a questo momento.
Stando al report del 2019 Healthy environment, healthy lives: how the environment influences health and well-being in Europe dell’Agenzia europea per l’ambiente (AEA), ogni anno muoiono circa 400.000 europei prematuramente a causa degli inquinanti atmosferici, 12.000 per lo stress da rumore e 218.000 per l’impatto sulla salute di eventi legati al cambiamento climatico, come ondate di calore e di gelo o alluvioni, per un totale di 630.000 decessi da degrado ambientale all’anno.
I contributi della psicologia per migliorare il pianeta
I contributi che la psicologia può dare per migliorare l’ambiente e il rapporto tra esso e gli esseri umani sono di fondamentale importanza.
Sempre più studi e ricerche si concentrano sia sull’impatto che le situazioni ambientali hanno sulla psiche e sul benessere sia sul migliorare le interazioni umane con il mondo.
Soprattutto in termini di protezione, conservazione e incoraggiamento a comportamenti virtuosi per la salvaguardia del nostro pianeta.
Un ambiente più sano vuole dire una migliore qualità di vita per tutti, in tutti gli ambiti. Ridurre le emissioni di CO2 per esempio, aiuterebbe anche a velocizzare le scelte delle persone.
L’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, ha stimato che i fattori di stress ambientali sono responsabili del 12-18% dei decessi che avvengono in 53 Paesi europei.
Nelle aree urbane, già quasi 50 milioni di persone sono esposti a livelli di rumore che eccedono i limiti durante le ore notturne: questo può causare fastidi, disturbi del sonno e conseguentemente aumenti del rischio di ipertensione e di malattie cardiovascolari.