Nel rebus del Quirinale spunta una proposta inedita, quella del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Secondo lui l’eventuale elezione a presidente della Repubblica del premier Draghi rappresenterebbe il primo passo verso un “semipresidenzialismo de facto”. Fabio Rampelli, deputato di FDI, è intervenuto sul tema ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Draghi al Quirinale?
“E’ poco elegante che ci sia un dibattito alla luce del sole nonostante sia ancora in carica Sergio Mattarella, è una questione di stile –ha affermato Rampelli-. Poi certo, è normale che le forze politiche parlino e cerchino una soluzione per il successore di Mattarella. La nostra è una posizione di rispetto per Mario Draghi. Certo è che ci fa un po’ impressione immaginare, come qualcuno ha proposto, che Draghi da capo del governo possa fare anche il capo dello Stato. Tecnicamente mi sembra che in Italia sia stato possibile tutto e il contrario di tutto, siamo andati fuori dalle prescrizioni della Costituzione diverse volte. E’ opportuno ricordare che Draghi è uno dei presidenti del Consiglio in carica che non è stato eletto dai cittadini. E’ vero che siamo una democrazia parlamentare, ma sarebbe stato comunque più cristallino se si fosse sottoposto al giudizio del popolo. Quindi già siamo dentro un’anomalia, che è successiva a quella di Dini, di Monti, di Conte. Questo è inaccettabile perché è anti-democratico, quindi figuriamoci se per me ci possa essere spazio per consentire a chi fa oggi il capo del governo di assumere anche le funzioni di capo dello Stato”.
Stretta sulle manifestazioni
“Aspiro sempre ad avere uno Stato con un governo equanime che consenta a tutti i cittadini che lo vogliano di manifestare le proprie idee, indipendentemente dalla parrocchia a cui appartiene. Se questa modalità è quella che è stata scelta deve valere per tutti. Premetto che non ho mai partecipato a queste manifestazioni però non esiste che siccome io non la penso come loro, queste persone non debbano avere diritto a manifestare o debbano essere mandati in non so quale periferia estrema a protestare per essere mortificati. Penso che sia un segno di debolezza dello Stato, che utilizza male le forze dell’ordine attraverso il Ministero dell’Interno”.
Doppiopesismo
“Il Ministro dell’Interno inizi a dare indicazioni certe e a farle rispettare -ha affermato Rampelli-. Siamo in presenza di cittadini che vogliono esprimere il loro giudizio sul green pass, che li penalizza sul loro posto di lavoro. Quindi mette in discussione con il loro diritto quindi come si fa ad essere ostili in una situazione così normale? A facinorosi e violenti è stato consentito tutto e il contrario di tutto, talvolta anche con la collaborazione di agenti infiltrati, e allora come si fa poi a vietare a persone pacifiche di dire che non sono d’accordo col green pass davanti ai palazzi del potere? E’ questa asimmetria che mi infastidisce. Se questi cortei fossero stati indetti dai sindacati qualcuno avrebbe eccepito qualcosa e avrebbe detto che non si può fare? Non è accettabile che ci siano figli e figliastri, che la democrazia in Italia sia un algoritmo. La soluzione sarebbe far rispettare il distanziamento, l’uso della mascherina, negoziare con gli organizzatori le regole, gli orari di inizio e di fine. Queste sono le regole e devono valere per tutti”.