Un fulmine a ciel sereno ed un duro colpo per il premier Mario Draghi: il Consiglio di Stato ha stabilito che la proroga delle concessioni demaniali delle spiagge non potrà andare oltre dicembre 2023. Dopo quella data “non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore – dicono i giudici – neanche per via legislativa, e il settore sarà aperto alle regole della concorrenza” e quindi all’applicazione della direttiva Bolkestein.

Direttiva Bolkestein mai applicata

Perché è un duro colpo per il Governo? La direttiva Bolkestein non è stata mai applicata dai vari Governi italiani nonostante l’Europa abbia intrapreso nel 2020 una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese. L’applicazione di questa direttiva, molto divisiva all’interno dell’attuale maggioranza, era stata rinviata al 2033. Ora, invece, il Governo dovrà per forza di cose prendere in mano la questione

“Ora il governo può anticipare l’applicazione della Bolkestein anche rispetto alla data indicata dal Consiglio di Stato, considerato che da 15 anni la Direttiva europea in Italia è stata sistematicamente disapplicata – c0mmenta in una nota il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli il quale elenca tutta una serie di strutture che, nonostante grandi guadagni, verserebbero cifre minime allo Stato per l’utilizzo delle spiagge. “L’Hotel 5 stelle Cala di Volpe, di proprietà della Smeralda Holding dell’emiro del Qatar per la sua spiaggia versa 520 euro l’anno, l’emiro per i suoi 4 hotel ha incassato 106 milioni di euro – spiega Bonelli – il Twiga di Briatore e della Santanchè pagano allo stato 17mila euro a fronte di un fatturato di 4 milioni di euro; il Papeete paga 10 mila euro anno ma fattura 3,2 mln di euro. Una concessione che viene pagata allo stato 47 euro al giorno serve ad arricchire i concessionari, ad esempio in solo giorno una pagoda al Twiga costa 1000 euro”.

Dopo la sentenza, è invece partito all’attacco il leader della Lega Matteo Salvini che è tornato ad attaccare l’Europa:  “Spiagge e mercati italiani non sono in svendita, si rassegnino i burocrati di Bruxelles e i loro complici – dice il segretario del Carroccio su facebook – la Lega non ha mai permesso e non permetterà che il nostro lavoro e le nostre tradizioni vengano cancellati”.

Se ora lo Stato non dovesse intervenire, da partire dal 1° gennaio 2024 tutte le concessioni andrebbero a bando secondo le regole del libero mercato.