Marco Doria ha ricevuto l’ennesima minaccia di morte. Il 2 novembre è stata trovata una bara con il suo nome davanti ai cancelli della sua villa romana. L’ex presidente del Tavolo per la riqualificazione dei Parchi e delle Ville Storiche di Roma Capitale, nominato dall’ex sindaca Virginia Raggi, da tempo è sotto protezione per le numerose e preoccupanti intimidazioni ricevute.
Doria sotto scorta per numerose minacce di morte
A giugno scorso, sulla sua auto è stato trovato un ordigno che poteva esplodere. Nonostante le gravi minacce, Marco Doria, discendente della storica casata romana, continua la sua attività di indagine che durante l’amministrazione Raggi ha portato alla luce malaffare, illegalità, abusivismo, occupazioni. “Non ho nessuna intenzione di fermarmi. Sono stato al Viminale, in Questura, ho incontrato il Questore di Roma. Non ho intenzione di mollare le inchieste che ho portato avanti fino a una settimana fa” – ha spiegato il “principe” Doria ai microfoni di Radio Cusano Campus nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente.
Le inchieste di Marco Doria
“Ho messo mano un po’ su tutto, sul verde di Roma, sul servizio giardini che quando è arrivata l’amministrazione Raggi era completamente allo sbando, era monopolizzato dai soggetti di Mafia Capitale e dalle varie cooperative – ha raccontato Doria – Ho denunciato discariche abusive nel cuore di Villa Pamphilj, immobili di pregio occupati da custodi ormai in pensione, danneggiamenti a statue e fontane, rattoppi da due lire fatti pagare a tutti i romani migliaia di euro. Ho denunciato affidamenti diretti di lavori pubblici”.
Le denunce al vaglio della Procura di Roma
“Ho trovato le macerie, tante cose che non andavano bene e che ho segnalato a Virginia Raggi e al comandante della polizia locale di Roma Capitale – ha continuato Doria – Una volta un soggetto mi disse: ‘A dottò so trent’anni che famo così’. Io gli risposi: ‘Sono trent’anni che fate male!”. Adesso capisco perché Roma è nel baratro. Tutte le mie indagini sono al vaglio della Procura. Mi auguro che quanto prima si faccia luce su tutto quello che ho scoperto, anche a livello interno del personale dell’amministrazione capitolina. Ho toccato degli interessi abbastanza importanti all’interno dei parchi di Roma. Ho trovato, ad esempio, interi centri commerciali costruiti nei parchi, regolarizzati da condoni che ho scoperto essere falsi.
Nessuna telefonata dal sindaco Gualtieri
“Mi sono spesso domandato chi me l’abbia fatto fare. Anche l’altro giorno quando ho letto gli incarichi dati dal nuovo sindaco di Roma Gualtieri. In molti mi hanno chiesto se fossi stato contattato dalla nuova Giunta. La risposta è no, non sono stato contatto da Gualtieri, l’ultima volta che l’ho visto è stato ai funerali di Raffaella Carrà. Mi rendo comunque disponibile a dare al primo cittadino tutte le indicazioni su quello che ho portato avanti finora.
Il messaggio di Doria a Gualtieri
“Per quattro anni e mezzo ho lavorato a titolo gratuito, non ho percepito un euro, e mi ritrovo a vivere 24 ore su 24 sotto scorta – ha precisato Marco Doria – La nuova amministrazione prendesse spunto da questa mia riflessione ad alta voce: personaggi come me dovrebbero essere tenuti di più in considerazione. Il lavoro è stato tanto, ho messo mano su vari interessi. Gualtieri dovrebbe ricordarsi del mio operato e dell’operato delle persone oneste che hanno lavorato per il bene di Roma. Mi auguro che Gualtieri ne tenga conto”.
Non solo la bara, le altre minacce di morte
Dal falco impiccato allo specchietto dell’auto, alle croci e ai ritagli di giornale con la sua foto cancellata da una X. Fino al cane ucciso con un wurstel pieno di chiodi lanciato in giardino: “È morto tra le mie braccia”, ha aggiunto Doria. Finora le indagini non hanno portato a individuare nessuno dei responsabili.