Le isole della laguna di al-Qataya in Tunisia ospitano un sistema agricolo secolare che il cambiamento climatico minaccia di spazzare via. Ali Garsi coltiva da 20 anni un appezzamento di 0,8 ettari nelle zone umide di Ghar El Melh, che si trovano a circa 60 km a nord di Tunisi.
La laguna di al-Qataya
Basandosi su uno strato di acqua dolce che nutre le sue piante sopra una base di acqua salata, coltiva principalmente patate, cipolle e pomodori. Con il livello del mare e le temperature nell’area in aumento e le precipitazioni al di sotto della media del periodo, i suoi raccolti stanno diminuendo. Inventato nel XVII secolo dalla diaspora andalusa del Nord Africa, il sistema agricolo Ramli – che significa “sabbioso” in arabo – utilizzato da Garsi irriga le colture trincerate in un mix di sabbia e letame attraverso le loro radici.
A rischio un sistema agricolo patrimonio dell’umanità
I suoi metodi resistenti alla scarsità d’acqua hanno guadagnato fama mondiale lo scorso anno quando l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura ha aggiunto Ghar El Melh alla sua lista dei sistemi del patrimonio agricolo di importanza globale. Purtroppo la dipendenza del sistema dal fragile equilibrio tra pioggia e maree significa che oggi la laguna deve affrontare sfide senza precedenti. L’innalzamento del livello del mare a livello globale con l’aumento delle temperature rappresenta una grave minaccia per Ghar El Melh. Il livello dell’acqua del mare nel Mar Mediterraneo aumenterà e penetrerà verso le aree circostanti Al-Qataya, salinizzando il suolo. Questo porterebbe alla scomparsa di questo sistema di coltivazione davvero unico.
Servizio completo a cura di Misa Urbano in onda sabato 13 novembre 2021 nel programma Check In, mi sa che parto. Dalle 21.00 sul Ch. 264 DTT.