E’ tornato dall’estero con una clausola rescissoria che un giorno tornerà a disposizione di chi se ne è dovuto occupare. Ma adesso ci vogliono idee, metodo, personaggi adatti. E senza troppe dichiarazioni fuorvianti. Va ricostruito tutto, sotto…
Prima erano voci. Adesso realtà. E’ vero, il procedimento non è stato dei più…francescani. Parliamo di quella grande cosa che, se gestita in misura e maniera serie, verrebbe chiamato Fair Play finanziario. E invece si è rivelata un boomerang, soprattutto di immagine e di scarsa serietà, per chi lo andava sbandierando. Ma i sostenitori del Barça Futebol Club e gli amanti del Calcio, sanno bene, che se si dovesse aprire un ciclo organizzativo, non ne trarrebbe beneficio soltanto il sodalizio catalano. Ma anche il football d’Europa. Perché come recita una scritta ben presente, al Camp Nou….il Barça es…Mes qué un club. Più di una società, qualsiasi, aggiungiamo noi.
Così uno dei simboli del profondo rapporto vivaio-prima squadra, Xavi al secolo Xavi Hernandez, dovrà dimostrare diverse cose. Intanto di mettere o confermare le persone giuste capaci di lavorare sulla base, sulla tecnica dei ragazzini più piccoli d’età. Che gli stessi istruttori portino ai piani e alle categorie di sopra atleti desiderosi di fare ancora a “battimuro” per migliorare la sensibilità nel trattamento del prezioso oggetto del desiderio. E perché quante più possibili parabole siano dotate di forza e di precisione.
E questo non è un lavoro che un tifoso, anche il più accanito, possa pretendere di vederlo realizzato in un amen. Anzi, è proprio adesso, che il più esigente, tra i supporter catalani, deve e dovrà dimostrare pazienza. Soprattutto nel rapporto tra tutte le categorie rappresentate in campo. Come è stato il costruire una squadra di ragazze prima, di donne poi, per fronteggiare le Lyon della situazione, in chiave continentale. Sennò non staremmo qui a parlare di capacità organizzativa degna del Lecce che fu, della Fiorentina di Corvino e dell’Atalanta di Mino Favini. Con tutte le cose che hanno saputo dare, alla Serie A e al Calcio internazionale.
Xavi Hernandez, da questo punto di vista, ha anche una età giovane, per diventare, nel tempo, un punto di riferimento, anche per il Calcio di Spagna.
Questa la dichiarazione sui social di Massimiliano Morgante detto Maxi, esponente di spicco dei tifosi del Barcellona a Roma e in Italia, con l’emittente che è un punto d’incontro delle associazioni catalaniste, chiamate Penyas.
“Io credo ciecamente in Xavi per quello che rappresenta, per quello che prova per il Barça, per il modello di gioco che difende e perché condivido molto il suo modo di intendere questo sport e questo club. Con lui potrei andare alla guerra fino alla fine del mondo. Ora tutti uniti a sostenere la squadra, l’allenatore, il Club e il presidente! #TotsUnitsFemForça“.
Da questa settimana i tifosi del Barcellona aspettano operatività, più che frasi, da uno dei loro fari degli ultimi 20 anni. Xavi. Non sempre, basta la parola. Ci vuole lavoro. E anche metodico.
(Si ringrazia la Penya Blaugrana di Roma)