Il GBL, noto anche come “droga dello stupro”, è finito al centro di numerosi casi di cronaca nell’ultimo periodo.
Dal guru della comunicazione della Lega Luca Morisi, al parroco di Prato don Francesco Spagnesi passando per Claudia Rivelli, attrice e sorella di Ornella Muti.
È variegata e trasversale la rete di trafficanti e consumatori delle nuove droghe sintetiche, così come scoperto da una recente inchiesta della Procura di Roma. Professionisti, dipendenti pubblici, politici, giornalisti e anche un sacerdote. 63 in totale gli indagati in tutta la Penisola, 39 le persone arrestate (11 in carcere e 28 ai domiciliari). Oltre 290 spedizioni su tutto il territorio nazionale, per un volume d’affari di circa 4,8 milioni di euro.
Eppure quando si parla di GBL e GHB non è propriamente corretto usare la parola “droga” perché le due sostanze – simili tra loro – vengono utilizzate da molti anni nel trattamento della dipendenza da alcol e per i disturbi del sonno. Si tratta dunque di un farmaco.
Ciò che lo rende dannoso è l’utilizzo che se ne fa. Arbitrario e incontrollato.
Inoltre l’associazione tout court di queste sostanze al reato di stupro è più una costruzione mediatica che una realtà di fatto. Infatti è l’alcol la sostanza maggiormente presente nelle violenze a sfondo sessuale. Rilevato con una percentuale che oscilla tra il 43% e l’80% dei casi a livello internazionale. Mentre il Ghb si rileva solo nel 5% delle circostanze.
Facciamo chiarezza nella puntata di Restart 264 di oggi con Aurora Vena, Lorenzo Capezzuoli Ranchi e il dott. Edoardo Cozzolino, componente del Direttivo e del Comitato Scientifico di FederSerD Nazionale.
Appuntamento a partire dalle 18.30 su Cusano Italia TV. Canale 264 del digitale terrestre o in streaming.