Alla base della comunicazione c’è un mantra: non si può non comunicare.
Nelle interazioni umane è impossibile non comunicare, ci si riempie di interrogativi, si ha il costante bisogno di discutere, di confrontarsi, di chiarirsi, di esprimere il proprio pensiero. Il silenzio fa un po’ paura, lo combattiamo tenendo la musica ad alto volume, leggendo un libro, non riusciamo a contemplarlo, ci innesca uno stato di incertezza emotiva.
Il silenzio nei rapporti interpersonali
Perché alcune persone reagiscono ai conflitti tacendo?
In primo luogo, è bene distinguere tra il silenzio che nasce dalla volontà di non discutere e il silenzio utilizzato come arma per punire o castigare l’altro. Solitamente chi ricorre al silenzio come punizione, lo fa perché non ha altre risorse psicologiche per affrontare la situazione.
“Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche” (Jan Paul Sartre)
Il “tacere” punitivo
Non c’è dubbio che il silenzio possa avere molteplici significati, ma usarlo come punizione comporta un atteggiamento passivo-aggressivo. Smettere di parlare ad una persona è un’aggressione velata, perché, se è vero che in alcuni casi, tacere può funzionare e l’altra persona si scusa e cede, in ultima analisi, questa tattica può solo generare risentimento e problemi, dal momento che il conflitto in realtà non è stato risolto, ma solo coperto.
Tacere per punire qualcuno, porta inevitabilmente alla separazione, perché queste persone iniziano a provare insoddisfazione, sentendo il loro partner più distante da un punto di vista emotivo. E così si generano una vasta gamma di emozioni negative: frustrazione, confusione, conflittualita’ per la mancanza di una risposta e del coinvolgimento dell’altro.
L’analisi dello psicoanalista Aldo Carotenuto
“Il silenzio nella coppia uccide, annulla l’altro, lo nega e lo spinge lentamente verso la dimensione del non essere, del non esistere più. […] Subendo questo, incominciamo a dubitare delle nostre percezioni: esistiamo ancora? Lanciamo dei messaggi, avanziamo delle richieste[…]
Generalmente le vittime di questa interazione patologica sono le donne perché in esse la spinta verso il rapporto è comunque dominante rispetto alla prevaricazione. […] Tuttavia sarebbe improprio generalizzare questo fenomeno: anche molti uomini sono vittime del silenzio femminile, sadico e colpevolizzante. […] La parola rappresenta uno strumento fondamentale della comunicazione umana e qualunque alterazione patologica di questa potenzialità inchioda gli interlocutori a un penoso vuoto di contatto.”
Trasforma il tuo sentire…
Prima di punire un’altra persona con il silenzio, abbassiamo il volume dei pensieri,
domandiamoci il perché di certi comportamenti,
dedichiamoci alla cura della nostra persona, non ignoriamo le parti piu’ recondite di noi.
Dentro al silenzio, potremmo trovare un marasma di paure che abbiamo tentato di nascondere.
E allora compatiamo questo silenzio, urlandogli addosso.