Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera definitivo al decreto legislativo di recepimento della Direttiva europea sulla presunzione di innocenza. Il testo prevede divieto, per le “autorità pubbliche”, di indicare pubblicamente come colpevole la persona sottoposta a indagini. Inoltre il Procuratore della Repubblica può comunicare con la stampa solo tramite comunicati, necasi di «particolare rilevanza pubblica dei fatti» ci sarà la possibilità di indire da parte del Procuratore, o un magistrato delegato, conferenze stampa ma la decisione di convocarle deve essere assunta con atto motivato in ordine alle specifiche ragioni di pubblico interesse che lo giustifica. Il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto (FI) ha commentato il decreto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Stop a processo mediatico
“Abbiamo avuto tanti casi di processi che si sono aperti o chiusi solo in virtù di una pressione mediatica notevole –ha affermato Sisto-. Nel nostro Paese c’è un processo mediatico che fa malissimo, perché è senza garanzie, senza difese. Questa direttiva europea ci offre una straordinaria occasione per ripristinare la vigenza dell’articolo 27 della Costituzione, che prevede che il cittadino non è considerato colpevole fino alla sentenza definitiva di condanna. La gogna mediatica e giudiziaria finora l’ha fatta da padrone, distruggendo famiglie, persone, rapporti familiari e personali, per una sorta di ossessione di offrire alla stampa delle notizie che portano ad una condanna mediatica senza appello”.
Bavaglio all’informazione?
“Non si tratta di non dare le notizie, ma di darle nel modo costituzionalmente consentito -ha affermato Sisto-. Si può dire: c’è un procedimento aperto nei confronti di tizio per questa ipotesi di reato; non si può certo dire: tizio arrestato perché colpevole di questi reati. Il procuratore della Repubblica può comunicare con comunicati stampa e per i casi specifico interesse pubblico con conferenza stampa, in questo caso dovrà dare comunicazione del provvedimento motivato anche al procuratore generale. Questo vale anche per la polizia giudiziaria, che dovrà essere autorizzata dal procuratore della Repubblica per la conferenza stampa. La comunicazione per conferenza stampa anziché per comunicato stampa andrà motivata, si dovrà trattare necessariamente di una notizia di interesse pubblico. L’interesse pubblico è legato al fatto-reato, più che all’importanza del soggetto coinvolto”.