Un’esplosione di colori, immagini astratte e reali si alternano sulle pareti di quella che è la prima galleria in Italia che vuole raccontare questo movimento “Urban” che negli anni ha raccolto l’attenzione dei collezionisti del panorama internazionale e che si sta affermando sempre più anche in Italia.

Si chiama “Urban Universe” ed è una collettiva che raccoglie 25 opere scelte tra quelle dei più influenti artisti della scena internazionale dell’Urban Art alla galleria Exclusive Urban Art di Roma, dal 5 novembre al 5 dicembre 2021. Per la prima volta in Italia e a Roma saranno esposti i lavori di Fin Dac, Hama Woods, Martin Whatson, Pejac, Pez, Roamcouch, Sandra Chevrier, Snik.

Con l’esposizione Urban Universe vogliamo portare una selezione dei principali artisti di Urban Art a livello mondiale con le loro opere uniche e le loro edizioni speciali” – raccontano Federico Veneziani e Nicole Calò, proprietari della galleria. Il nostro obiettivo è quello di presentare nel nostro spazio il meglio dell’Urban Art a livello internazionale, pertanto abbiamo voluto fare una selezione con alcuni dei lavori più iconici e rappresentativi dei suoi principali esponenti

Il percorso Urban è una esposizione sui temi contemporanei

Il percorso parte da Urban Camouflage di Martin Whatson, quella che sembra una tela è in realtà un cartone dipinto con colori e immagini astratte che ricordano i graffiti sui muri, un’esplosione o un battito d’ali di una farfalla.

Si prosegue con Escape di Snik, una donna distesa sembra lievitare, un’immagine eterea, che si porta dietro un messaggio di fiducia, sostegno, una foglia d’oro applicata a mano su questa immagine che in una variante diversa è esposta allo Straat museum di Amsterdam.

Anche PEZ nel suo Intrinsic II pink hand finished raffigura una donna. Una ragazza che sembra volersi rassicurare con il suo stesso abbraccio. Una donna, scoperta, di cui si intravedono i muscoli, come fosse ferita o sopravvissuta. Una donna che vuole essere uno stigma contro la violenza di genere.

Hama Woods invece nel suo Back to Black richiama geometrie e colori di base, lanciando un messaggio ambientalista, in primo piano infatti vi è un camaleonte, una specie ormai che rischia l’estinzione. Troviamo ancora una donna nella tela di Findac Samurann Gold Etching Variant, una donna a metà tra supereroe e amazzone, che ricorda con i suoi tatuaggi gli indigeni in battaglia per la salvaguardia della foresta amazzonica.

Pejac, con il suo Linea ci porta in una foresta di betulle, scossa dalle luci di un flash e che ci propongono uno scenario da thriller. Dello stesso artista in mostra anche Ying-Yang, in cui su un fotopolimero è raffigurata l’immagine archetipica di un uomo Inuit che pesca attraverso un buco nel ghiaccio spesso come esempio della fragilità dell’ambiente ma anche dell’adattabilità degli umani, Pejac ha composto una preoccupante trama “prima e dopo” con questo lavoro sorprendente. Invertendo il contenuto dell’immagine e collocando il soggetto su un solitario blocco di ghiaccio che galleggia sull’acqua, è riuscito a sintetizzare l’entità della crisi che l’umanità sta attraversando, trasformando il rapporto tra gli elementi chiave nella struttura di un simbolo universalmente riconosciuto per equilibrio eterno.

Tra le altre opere in mostra The beauty of liberty and equality di Shepard Fairey x Sandra Chevrier, una foto murale in carta color crema Speckle di Jon Furlong, firmata e numerata da Shepard Farey e Sandra Chevrier. È una delle stampe più rappresentative della street Art del 2020, nata dalla collaborazione tra due dei più importanti artisti di street art a livello mondiale. Il 2020 segna il 100° anniversario dell’approvazione del 19° emendamento, che garantisce e protegge il diritto costituzionale di voto delle donne.

La Women’s Vote Centennial Inititive

Questo storico centenario offre un’opportunità senza precedenti per commemorare una pietra miliare della democrazia e per esplorare la sua rilevanza per le questioni della parità dei diritti oggi. La Women’s Vote Centennial Initiative, una collaborazione di istituzioni, organizzazioni e studiose incentrate sulle donne di tutti gli Stati Uniti, lavora per garantire che questo anniversario e i 72 anni di lotta per raggiungerlo siano commemorati e celebrati in tutti gli Stati Uniti. Infine, ROAMCOUCH con Moon Child ci porta indietro nel tempo, a quando si sognava la luna, e le ambizioni erano alte. Una casa di legno adornata dalle scritte “hope” e “king”, con alcuni bimbi arrampicati sui tetti con i pennelli in mano, che guardano verso una luna appena dipinta con una scritta “Peace”. Un augurio, una speranza che l’artista vuole fare al mondo.