Il Consiglio dei ministri ha approvato giovedì sera il disegno di legge sulla concorrenza. Un ampio provvedimento che prevede varie misure per gare pubbliche, concessioni, liberalizzazioni e tutele ai consumatori. L’intervento legislativo era stato richiesto dalla Commissione europea all’Italia come condizione (tra le altre) per l’assegnazione dei fondi del PNRR.
Il disegno di legge è il frutto di un compromesso complicato e il governo ha deciso di rimandare la risoluzione di una delle questioni più difficili e controverse: quella delle concessioni degli stabilimenti balneari.
In Italia, la balneazione attrezzata comprende 30.000 imprese con 1 milione fra addetti diretti e indiretti.
Ad oggi le concessioni balneari sono regolamentare dalla legge 145/2018, ovvero la legge di Bilancio per il 2019. Questa prevede il rinnovo automatico delle autorizzazioni fino al 2033. Ma dall’altro lato c’è la direttiva Bolkestein. Secondo la disposizione europea relativa ai servizi nel mercato europeo comune, il governo italiano dovrebbe liberalizzare le concessioni pubbliche. Il nostro Paese dovrebbe dunque organizzare gare pubbliche con regole equilibrate e pubblicità internazionale per i beni di proprietà statale, come le spiagge o gli spazi demaniali.
Fabrizio Licordari, il presidente nazionale di Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria, ha accolto con soddisfazione la notizia che le concessioni turistiche ricreative non sono state oggetto del decreto.
E, sulle pressioni di Bruxelles, Licordari ha dichiarato “Mi viene il ragionevole dubbio che ci siano delle pressioni fortissime di qualche potentato economico. Temo che a costo 0, ci si possa impossessare, non dico di tutte le spiagge italiane, ma sicuramente di quelle più appetibili. Dei nostri gioielli”.
Rivedi l’intervista completa nella puntata di ieri di Restart 264, curato e condotto da Aurora Vena.