Shaquille O’Neal mai banale sulla sorte del suo patrimonio: un messaggio di spessore…

 

Il centro che ha contribuito alle fortune dei Los Angeles Lakers è diretto, nei confronti dei figli: il suo patrimonio non è garanzia di non doverselo sudare

 

Shaquille O’Neal quando rilascia delle dichiarazioni fa lo stesso rumore anzi il fragore vero e proprio, di quando attaccava compagni di squadra e avversari.

Non parla mai, in maniera banale, uno dei più dominanti centri visti sui campi di Pallacanestro d’America e del mondo. Questa volta parla per questioni familiari, legate al rapporto con i figli. Così le sue parole assumono una valenza specifica.

Sembrano seguire l’esempio di Gabriel Omar Batistuta, quando ha dichiarato di spedire il figlio a fare il cameriere, per campare, e per guadagnarsi la stozza di pane.

“Lo dico tutto il tempo. Noi non siamo ricchi. Io sono ricco”. Poi l’ex centro della Pallacanestro NBA va giù diretto. Verrebbe quasi da dire: parla il verbo, quello di Shaquille O’Neal, non uno qualsiasi. “C’è una regola: l’EDUCAZIONE”. E ancora: “Non mi interessa, se giochi a Basket. Non mi interessa niente, di tutto questo. Ho sei figli. Vorrei un dottore, qualcuno che possieda un fondo di investimenti, un farmacista, un avvocato. Qualcuno che si occupi della mia attività”. Un pensiero legittimo, per un genitore. O no?

Poi Shaquille detto Shaq spiega meglio: “Ma dico loro: non te la darò, te la devi guadagnare. Sono venuto dal nulla. Ma solo perché l’ho fatto non significa che sono più grande di te, più intelligente di te. Solo perché ho più soldi non significa che sono migliore di te”.

Il patrimonio individuale di Shaquille O’Neal è stimato intorno ai 500 milioni di dollari. I suoi sei figli dovranno sudare, almeno nella vita, se non sui campi di qualche college, università o franchigia della National Basketball Association, per comprendere a fondo il significato delle sue parole. Spesse. Come chi le ha pronunciate. Ce ne fossero, di genitori responsabili di questa portata. Altro che quelli che fanno venire su i “cocchi di mamma”.