La violenza sulle donne è un’emergenza pubblica che, grazie alla crescente consapevolezza della società, sta diventando sempre più visibile. Nell’anno della pandemia, la prolungata convivenza forzata dovuta al lockdown, aggravata talvolta dall’improvvisa perdita del lavoro da parte dell’autore delle aggressioni o della donna, ha fatto schizzare in modo spaventoso le richieste di aiuto al numero di servizio pubblico antiviolenza 1522, attivo 24 ore su 24, tutti i giorni: da 8.427 chiamate nel 2019 alle 15.128 nel 2020, secondo l’Istat. E nel primo trimestre del 2021 i contatti sono già il doppio (4085) di quelli registrati tra gennaio e marzo 2020 (2025). In aumento le vittime con più di 55 anni (da 18,9% a 23,2%) e quelle giovanissime fino a 24 anni (da 9,8% a 11,8%).
VIOLENZA SULLE DONNE
Calci, pugni, spinte sono il principale motivo per cui le donne si sono rivolte al servizio. Ma le percosse fisiche sono solo la punta di un iceberg fatto di umiliazioni, insulti, minacce che si sopportano da molto prima. In alcuni casi la violenza psicologica è accompagnata da abusi sessuali e sottomissione economica. Il maltrattante la maggior parte delle volte continua a essere il partner (57,1%). Uccise in ambito domestico: 99 nel 2020, sei in più rispetto al 2019. Per uscire dalla violenza domestica va superato il meccanismo di dipendenza vittima-carnefice. Che si riscontra anche nel modo comune di interpretare il fenomeno.
Se la donna vive soltanto nel ruolo remissivo della vittima è difficile che si emancipi dall’uomo violento. Bisogna allora che si senta protagonista della sua vita e delle sue scelte. Deve arrivare a percepirsi come forza di cambiamento, come una persona che può decidere di non avere legami con soggetti prepotenti, che può meritare qualcosa di diverso, perché questo non è amore. Non è obbligata ad affidare ad altri la responsabilità del suo destino e di quello dei figli. Lei stessa “può fare”, al pari dell’uomo». A parlare è Elisabetta Riccardi, psicoterapeuta dell’associazione «Le kassandre», che nel quartiere popolare di Ponticelli, a Napoli, fornisce sostegno psicologico e legale alle donne che vogliono denunciare ma hanno paura.
LE KASSANDRE
“Le Kassandre è un’associazione culturale di promozione sociale, nata nel 2004 dall’incontro di un gruppo di donne, italiane e straniere, di generazioni ed esperienze diverse, ma accomunate dal tentativo di coniugare l’impegno professionale alle tematiche del sociale, soprattutto quelle relative al genere, alle pari opportunità, e alla educazione/formazione delle nuove generazioni. L’associazione si muove per diventare spazio per le donne ma soprattutto, entrando nella Rete Nazionale Centri Antiviolenza 1522 dal 2010 attivandosi per il contrasto alla violenza contro le donne. Fa parte della rete interistituzionale antiviolenza del Comune di Napoli.
Le azioni delle KASSANDRE partono dall’idea che un lavoro di contrasto e di prevenzione alla violenza deve sì essere diretto attraverso interventi come quello dello sportello di consultazione psicologica e legale e le attività di consulenza nelle scuole; ma anche indiretto attraverso attività di promozione culturale e di sensibilizzazione tra le quali: cineforum, seminari, incontri, concerti, etc. In generale, che siano azioni dirette o indirette, il risultato atteso dell’operato dell’associazione è in primis promuovere un percorso di consapevolezza e presa di coscienza nelle donne, ma anche valorizzare una cultura delle differenze. Le nostre attività sono per lo più mosse frutto di volontariato e di autofinanziamento, lo Sportello Donna che è attivo dal 2005 ha avuto un finanziamento dai fondi OttoxMille della chiesa Valdese dall’anno 2015 fino al 2019. Questo finanziamento ha potenziato le attività rendendo possibile anche l’implementazione di campagne promozionali e di sensibilizzazione.”