Non si ferma il caro carburanti. Anche in occasione del Ponte di Ognissanti si è registrata “una raffica di incrementi dei listini con la benzina che supera in numerosissimi distributori della penisola la soglia psicologica dei 2 euro al litro“. La denuncia arriva direttamente dal Codacons. Il rischio concreto è che l’ondata di rincari e i maggiori costi determinati dal caro-benzina porteranno ad una riduzione della spesa delle famiglie durante le prossime festività natalizie. Abbiamo approfondito i motivi di questi aumenti del prezzo dei carburanti con il segretario della Fegica Cisl Alessandro Zavalloni, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Caro carburanti
“Quando per anni si è parlato di liberalizzazioni –ha affermato Zavalloni-, sembrava che le dinamiche del mercato fossero tutte favorevoli all’Italia, ma non è come per la telefonia dove innescare la concorrenza ha fatto abbassare i prezzi. In questo caso per innescare la concorrenza dovresti mandare i carabinieri in Bahrein, perché la concorrenza non si fa in Italia. La verità è che questo Paese non ha fatto programmazione sull’energia, quando le vacche erano grasse e le tensioni internazionali lasciavano spazio. I piani energetici nazionali fatti negli ultimi 2 anni mostrano che non c’è nessuna capacità di avere la cosiddetta invarianza, quando il mercato intorno subisce speculazioni. Quando le cose vanno bene la politica dovrebbe essere chiamata a programmare per quando le cose vanno meno bene, invece la nostra mentalità è: se piove ci bagniamo”.
Guadagno benzinai
“I benzinai non ci guadagnano nulla sull’aumento dei prezzi. Abbiamo tutto l’interesse che il carburante costi meno perché questo aumenterebbe la voglia della gente di consumare. Per il benzinaio l’interesse è vendere di più, non vendere a più caro prezzo. Accise? Le accise sono una voce di entrata per lo Stato. Le accise su gasolio e benzina pesano 0,7 al litro che vanno moltiplicati per 30 miliardi l’anno, che sono i consumi in condizioni normali. Questo è l’incasso dello Stato. Se quell’entrata fosse diminuita dall’abbattimento della accisa andrebbe sostituita, quindi di fatto è una partita di giro. Per il diesel c’è un problema: non si trova più l’urea (Adblu), fra qualche mese rischiano di fermarsi tutte le macchine diesel”.