Il dibattito tra cancel culture e politically correct vede scendere in campo il celebre attore comico, presto di nuovo sugli schermi con Ghostbuster: Legacy, sequel della saga sugli Acchiappafantasmi
Negli ultimi mesi imperversa, a Hollywood ma anche nel nostro paese, la diatriba sulla cancel culture. Con questo termine si intende l’esclusione di una personalità pubblica dagli ambienti sociali e di lavoro, a causa delle proteste scatenate da una sua condotta (reale o presunta, in alcuni casi) ritenuta immorale.
Sono stati moltissimi i nomi di Hollywood colpiti da tale ostracismo, da Kevin Spacey a Johnny Depp (che ha avuto non pochi problemi con il suo ultimi film Il caso Minamata), passando per Armie Hammer e Shia LaBeouf.
A tutto ciò si è aggiunto un movimento d’opinione relativo a una presunta ‘dittatura del politicamente corretto’. Chi sostiene questa posizione, ritiene che la cancel culture abbia prodotto un clima di terrore diffuso per cui non sarebbe più possibile fare ironia su temi controversi, pena la messa al bando.
Dan Aykroyd e la cancel culture: “Si può fare ironia senza offendere nessuno”
Sulla questione è intervenuto Dan Aykroyd, leggenda della comicità americana, sul grande come sul piccolo schermo. Storico volto dello show televisivo Saturday Night Live e interprete di Ray Stantz nella saga degli Acchiappafantasmi, tra poco di nuovo al cinema con Ghostbusters: Legacy, Aykroyd ritiene che quello del politically correct sia un falso problema.
“Ci sono tante cose a questo mondo su cui fare ironia che non serve per forza essere offensivi”, ha dichiarato l’attore in un’intervista all’Hollywood Reporter.
“Da scrittore – ha continuato Aykroyd – dico che non è necessario affrontare temi controversi per strappare una risata al pubblico, perché ci sono tanti altri argomenti che possono funzionare in tal senso. Essere provocatori e anche volgari fa ridere, ma è una risata facile. Esiste invece una comicità più intelligente se ci si allontana dal materiale offensivo che verrebbe giustamente cancellato per il male che provoca in alcune persone”.
Aykroyd cita poi l’esempio delle imitazioni e di chi potrebbe risultarne offeso. “Di chi potremmo fare l’imitazione, oggi? – si chiede l’attore – Potrei ancora imitare James Brown? Era uno dei miei migliori amici e imito abbastanza bene la sua voce, ma forse non dovrei più farlo”.
Il ritorno in Ghostbusters: Legacy
Nell’intervista, Aykroyd dice anche una battuta sul suo ritorno nei panni del personaggio di Ray Stantz nella celebre saga cinematografica. “È stato un privilegio poter tornare in quel mondo e lavorare di nuovo con Ernie Hudson, Bill Murray e Sigourney Weaver. Siamo come una famiglia – ha concluso Aykroyd – a volte ci sono ricordi belli, altre meno. Ma molte delle discussioni che abbiamo avuto erano dovute principalmente a tutto quel tempo con indosso quegli scomodissimi zaini protonici”.
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