La Blue Economy è un modello di business sostenibile capace di generare un impatto positivo e di lungo termine soprattutto sulla salute dei nostri oceani.
Fu l’economista belga Gunter Pauli a parlare per primo di economia blu. Lo fece partendo da un concetto molto semplice, che si ispira alla biomimesi: lo studio del funzionamento della natura, dove nulla è sprecato e tutto viene riutilizzato in un processo che trasforma i rifiuti in materie prime.
La Blue Economy propone nuove soluzioni per le attività legate agli oceani: la pesca, l’acquacoltura, l’industria della trasformazione alimentare, la cantieristica e i servizi connessi alla nautica da diporto, il turismo costiero e le attività estrattive. Un potenziale enorme, per il quale la Commissione europea ha intenzione di destinare 6,14 miliardi di euro nel bilancio UE 2021-2027.
La blue economy come evoluzione della green economy
A differenza della green economy, la blue economy non richiede alle aziende di investire di più per salvare il pianeta.
La green economy prevede una riduzione dei materiali inquinanti e un impiego di maggiori risorse da parte delle aziende. L’economia blu invece punta a produrre zero rifiuti pericolosi per il nostro pianeta e a creare maggiori profitti, utilizzando un minore investimento di capitali.
La Fondazione ITSSI ha partecipato a Blue Planet Economy, la manifestazione dedicata a esplorare opportunità, eccellenze e innovazioni delle aree industriali, produttive e di ricerca rappresentative dell’Economia del Mare.
Pina Giordano e Tommaso Franchi approfondiscono quest’argomento con Laura Castellani (Dir. Generale Fondazione ITS), nella puntata del 27/10/2021 del programma Futuro Lavoro, che va in onda tutti i mercoledì alle 17:00 sul 264 Cusano Italia Tv.