E’ iniziato e si svolgerà dal 3 al 7 novembre a Roma e dal 21 al 25 in Puglia tra Bari, Lecce, Brindisi e Taranto la sesta edizione del Festival “Forum delle giornaliste del Mediterraneo- Mediterranean Women Journalists” su “Donne, pace, sicurezza”, quest’anno organizzato da Fondazione Pangea Onlus, capofila del progetto “Donne, pace, sicurezza: che genere di notizia, che genere di guerra -La voce delle donne dai luoghi dei conflitti”.

COSA PREVEDE

Il Forum prevede 30 panel, 60 ore di formazione, 10 giornate, 120 giornaliste, attiviste, accademiche, provenienti dai paesi euromediterranei e sarà in modalità mista, on line e in presenza, e articolato in due tappe: la prima a Roma, dal 3 al 7 novembre, la seconda itinerante con convegni tra Bari, Brindisi, Foggia e Taranto, dal 21 al 25 novembre. Quest’anno, dopo i panel della mattina, le serate lasceranno spazio alle immagini, ai dibattiti, alla suggestione del teatro e della letteratura. Il Forum si arricchisce infatti del Festival #DopoForum: dal 3 al 7 novembre, presso il teatro del “Centro Donna Pangea”, via Cesare Balbo 4 a Roma: proiezioni di documentari, spettacoli teatrali, presentazioni di libri, aperitivi multiculturali. Novità di quest’anno è che dopo i panel della mattina, le serate lasceranno spazio alle immagini, ai dibattiti, alla suggestione del teatro e della letteratura con un “DopoForum”, che si terrà dal 3 al 7 novembre presso il teatro del ‘Centro Donna Pangea’, in via Cesare Balbo 4 a Roma.

FORUM DELLE GIORNALISTE DEL MEDITERRANEO

“È fondamentale riconoscere il ruolo delle donne nei processi di pace e nella risoluzione dei conflitti. Un ruolo spesso taciuto o trascurato, perché le guerre storicamente vengono raccontate al maschile. Invece la realtà dei fatti ci racconta il contrario, di un ruolo attivo e centrale delle donne in questi percorsi, tanto che la stessa legge 1325 le riconosce non solo come vittime ma anche come agenti di ricostruzione di società e mediatrici dei processi politici. È fondamentale cogliere questo aspetto quando si parla di conflitti”. Le storie delle donne coinvolte ci dicono proprio questo e ci insegnano che non basta il coraggio: bisogna incontrarsi, riconoscersi e lottare insieme. L’obiettivo resta sempre quello di mettere l’accento sulla pace, sulla guerra e sulla condizione del genere femminile e, allo stesso tempo, rilevare l’importanza dei percorsi di solidarietà, di presa di coscienza e di sorellanza”.

“E’ un messaggio che non possiamo e non vogliamo far cadere nel vuoto”, ha detto la giornalista Marilù Mastrogiovanni intervenuta su Radio Cusano nel programma Un Giorno Da Ascoltare, facendo riferimento alla storia di Daphne Caruana Galizia, la giornalista uccisa il 16 ottobre 2017 nell’esplosione di una bomba piazzata a bordo della sua auto, dopo aver condotto una serie di inchieste che avevano scosso il mondo della politica.

Marilu Mastrogiovanni, fondatrice e direttrice del Forum e presidente della giuria del World Press Freedom Prize Guillermo

“Per questo rafforziamo il nostro impegno, per sostenere le giornaliste che in Italia, così come in ogni parte del mondo, ogni giorno, raccontano e approfondiscono i fatti anche mettendo a rischio la propria vita. Sono donne la cui voce viene messa a tacere o resta isolata. Quella voce, invece, va amplificata ogni giorno affinché possa superare limitazioni e ostacoli per diventare patrimonio condiviso ed è con questo obiettivo che proseguiamo nella costruzione di una rete tra le giornaliste investigative, le attiviste della società civile e le donne che si occupano di gendere studies. Allo stesso tempo- ha concluso- siamo impegnate ad approfondire la condizione femminile nel mondo, dando ascolto a chi proviene da realtà difficili. La bussola in questo viaggio è costituita dalla dichiarazione dei diritti delle donne scaturita dalla conferenza mondiale delle donne a Pechino e dalla Risoluzione 1325 dell’Onu”.

Il Forum da quest’anno è entrato a far parte del progetto Europe4Future pertanto, come ancora ha affermato la Mastrogiovanni, “tutte le idee confluiranno in un documento che abbiamo voluto chiamare Manifesto di Taranto. “La città di Taranto- ha detto infine la giornalista- è stata scelta perché deve diventare simbolo della transizione ecologica, dello sviluppo sostenibile e possibile, non più teatro di scempio ambientale e morte. La rinascita dell’Italia deve partire dal Sud e Taranto deve essere il suo goal più riuscito”.

Il festival è organizzato da Fondazione Pangea Onlus e dall’Associazione giornaliste del mediterraneo, in collaborazione con la cooperativa di giornalisti IdeaDinamica, Giulia Giornaliste, l’Università di Bari e il master in giornalismo di Uniba, in collaborazione con il Ministero degli esteri italiano-Cidu, Unesco, Corecom Puglia, la Consigliera di parità della Regione Puglia.