FDI e Lega tentano il blitz contro il Referendum Cannabis ma senza successo

 

Rischiavano di finire in fumo le 600mila firme raccolte per il Referendum Cannabis. Nella giornata di ieri FDI e Lega hanno provato a far saltare il testo, “salvato” dalla Commissione Affari Costituzionali alla Camera.

La polemica parte da lontano, ovvero dalla decisione del Governo di prorogare di un mese il tempo utile per raccogliere firme per il Referendum. Un rinvio che, numeri alla mano, è stato molto importante per i promotori, capaci di toccare quota 600mila firme. È proprio su questo rinvio che si sono concentrati Lega e FDI che in Commissione Affari Costituzionali alla Camera presentando un emendamento soppressivo della norma che prorogava la scadenza per la presentazione delle firme. La proposta è stata respinta con i voti di Pd, M5s, +Europa e l’astensione di Forza Italia.

 

Ceccanti: “No discriminazione tra referendum”

Il deputato del Partito Democratico Stefano Ceccanti, relatore sul disegno di legge relativo alla proroga delle firme dei referendum ha detto che “il voto della Commissione Affari Costituzionali ha confermato la corretta scelta del Governo di non discriminare tra un quesito referendario ed un altro, consentendo a tutti di depositare le firme entro il 31 ottobre. Il tentativo strumentale della Lega – ha continuato il deputato – che aveva già ottenuto una proroga per i referendum che condivideva, di smentire una scelta del Governo di cui fa parte solo perché non era d’accordo nel merito con uno dei quesiti depositati è stato quindi battuto”.

Infatti la proroga al 31 ottobre ha aiutato anche la Lega che, contemporaneamente a quello sulla cannabis, stava raccogliendo firme per il Referendum sulla Giustizia.

Magi: “Respinto l’emendamento”

“È stato respinto l’emendamento porcata antireferendum di Lega e Fdi – ha commentato su Twitter Riccardi Magi, deputato di +Europa e promotore del Referendum – porcata non l’ho (quasi) mai usato per un giudizio politico ma in questo caso ci sta tutto. Ci si confronti e scontri nel merito e dando la parola ai cittadini senza stravolgere le regole del gioco. La gravità dell’iniziativa parlamentare leghista che abbiamo sventato stasera sta nel fatto che era diretta contro i diritti politici dei cittadini e contro la credibilità del governo che aveva emanato il decreto”