La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospita le opere di Ettore Spalletti fino al 27 febbraio 2022. La retrospettiva, a cura di Éric de Chassey e in collaborazione con lo Studio Ettore Spalletti, celebra il grande maestro dell’arte contemporanea a pochi anni dalla sua scomparsa. In mostra, le opere provenienti dallo Studio Ettore Spalletti si affiancano ad altre opere appartenenti alla collezione permanente della Galleria Nazionale, esposte come inserti in Time is Out of Joint.
Il maestro del colore, tra materia e spiritualità
Nato nel 1940 a Cappelle sul Tavo, in provincia di Pescara, Ettore Spalletti inizia a farsi notare negli anni settanta. Da allora ha attraversato le avanguardie in modo originale e coerente. Le sue creazioni sono semplici solo in apparenza. Strutture minimali dalle geometrie essenziali, prevalentemente in legno e marmo, che si animano mediante la scelta monocromatica del colore. La tecnica svela strati di pittura sovrapposti, grumi di materia ruvida che diventa luce, dal grande impatto emozionale. Spalletti spezza il confine tra pittura e scultura ed esplora l’universo cromatico: la materia incontra la spiritualità.
La mostra, Il cielo in una stanza
“Sì, il colore, come si sposta, occupa lo spazio e noi entriamo.
Non v’è più la cornice che delimitava lo spazio.
Togliendola il colore assume lo spazio e invade lo spazio.
E quando questa cosa riesce, è miracolosa”. Così
Ettore Spalletti spiegava le sue opere. Oggi l’artista ivive in Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma con la mostra Ettore Spalletti. Il cielo in una stanza, inaugurata lo scorso 25 ottobre e aperta al pubblico fino al 27 febbraio 2022.
Un corpus di opere, tra pittura e scultura, occupano gli spazi del Salone Centrale.
Protagonisti colori di elezione, come l’azzurro, il bianco, il grigio, il rosa e il porpora e forme scultoree, come la colonna, elemento della tradizione, l’ellisse, il bacile e l’anfora. Le interazioni con le superfici e le dinamiche ambientali amplificano la forza espressiva del colore, rendendo chiara la magia che Spalletti gli attribuiva.
Nelle parole del curatore Éric de Chassey: “La scelta precoce del monocromo da parte di Ettore Spalletti come mezzo privilegiato per creare quadri, sculture e spazi si è rivelata nel corso dei decenni particolarmente felice. Invece di porre un limite, ha aperto a possibilità impreviste di fare esperienza senza confini dell’infinito, attraverso una riflessione concreta su materialità specifiche”.
Protagonista è il colore azzurro. Nella forma del monocromo occupa lo spazio e porta chi osserva in una dimensione meditativa.
“Ho curato questa mostra – dice Éric de Chassey – con l’obiettivo di permettere ai visitatori della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di sperimentare quella gioia profonda, quell’esperienza improvvisa che ho provato visitando le mostre ideate da Ettore Spalletti quando era in vita, anche se so bene che si tratterà ora di una gioia diversa”.