Mario Draghi snobba la politica con una semplice battuta

 

Quel “per carità” pesa come un macigno sulla politica e Mario Draghi ne è consapevole. Durante la conferenza stampa della Cop26 di Glasgow, la Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite, un giornalista ha chiesto al premier italiano se stesse pensando di continuare la sua carriera politica. La risposta di Draghi è stata netta, decisa: “Ma per carità”.

Dietro queste tre parole ci si può leggere qualsiasi cosa. Di certo Draghi non ha avuto, evidentemente, un buon impatto con la politica. Da ex Presidente della Banca centrale europea, guidata in acque tempestose durante la crisi del debito sovrano europeo, Draghi ne ha viste di tutti colori. Evidentemente non sapeva cosa volesse dire avere a che fare da vicino con partiti e leader politici.

Mario Draghi e il rapporto con i partiti

È facile immaginarlo mentre ascolta i rappresentanti della sua maggioranza spiegargli come e perché dovrebbe fare alcune cose. Ci immaginiamo la sua poca voglia di stare ad ascoltare beghe elettorali e discorsi riguardanti i sondaggi mentre lui sente, a buon ragione, di aver già individuato la soluzione migliore per ogni problema.

Da uomo intelligente quale è, Draghi ha capito di godere ora come ora di una forza forse mai avuta prima da un premier. Una forza che deriva dalla sua professionalità, dai risultati ottenuti e, probabilmente, dal fatto di non essere un leader di partita.

Ora come ora le sue decisioni appaiono “asettiche”, delle scelte fatte per il bene comune senza un tornaconto (personale o di partito). Trovarsi in futuro sotto una qualsiasi bandiera politica vorrebbe dire per Draghi perdere questa aura quasi mistica, quella dell’uomo arrivato in un momento difficile e che sta facendo solo quello che è “giusto e necessario”.

E tutto questo lo ha detto con una semplice frase. “Ma per carità” is the new “Wathever it takes”