Presenza emblematica nel panorama di Roma, dopo l’attentato del 28 luglio 1993 è stato chiuso prima per restauro e successivamente circondato da una cancellata. In questi anni è stato accessibile solo su visita guidata o per rari eventi. Torna fruibile con libero accesso una volta a settimana.

Il monumento

Unico arco onorario a pianta quadrangolare al centro della Capitale, intitolato al dio bifronte proprio per la sua forma, l’Arco di Giano in realtà venne edificato dai figli di Costantino per celebrarlo dopo la sua morte nel IV secolo. A differenza di tutti gli altri archi onorari costruiti a Roma, quello di Giano si distingue per la peculiare pianta quadrangolare con quattro pilastri di sostegno coperti da una volta a crociera. Situato nel Foro Boario, il monumento sorge presso la chiesa di San Giorgio in Velabro, sede della Bocca della Verità, poco distante dal Tempio di Ercole e dal Tempio di Portuno. L’arco è l’ultimo edificio monumentale realizzato nell’antichità al Foro Boario.

La riapertura con ingresso libero ogni sabato

Dal 13 novembre la Soprintendenza Speciale di Roma e la Fondazione Alda Fendi – Esperimenti, aprono l’Arco di Giano: ogni sabato il monumento sarà fruibile con ingresso libero, dalle 10 alle 14 e dall’ultima domenica di marzo, con l’ora legale dalle 16 alle 20.

«È con gioia che apriamo gratuitamente l’Arco di Giano – spiega Daniela Porro soprintendente speciale di Roma – un monumento amato dai Romani e che colpisce i visitatori di tutto il mondo. Lo facciamo con la Fondazione Alda Fendi Esperimenti, che offre anche la performance NUSHU, una virtuosa collaborazione, segno di una Soprintendenza aperta e costruttiva».

NU-SHU – Le parole perdute delle donne

Il Nu-shu è l’unica lingua al mondo esclusivamente femminile. Un idioma segreto sviluppato in Cina tanto tempo fa dalle donne del popolo Yao, nella provincia dello Hunan, e da loro gelosamente custodito e tramandato per generazioni, con lo scopo di non farsi comprendere dagli uomini. Cantato nelle riunioni delle donne in cucina o ricamato sui vestiti come una decorazione, il Nu-shu è un atto di ribellione alle imposizioni di una società maschilista che esclude le donne dalla vita pubblica. E’ anche un moto di riappropriazione di uno spazio vitale di esistenza che fa della parola uno strumento di libertà e di liberazione dall’uomo. Per celebrare l’evento dell’ apertura dell’Arco di Giano il 5 novembre davanti al monumentoi andrà in scena “NU-SHU – Le parole perdute delle donne” a cura di Raffaele Curi, che amalgama i segni dell’arte con la quotidianità e il presente. Una nuova sfida della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti. I temi della  conquista della parola e dell’autodeterminazione delle donne saranno il fulcro dell’azione scenica di 9 minuti, che si svolgerà venerdì 5 novembre alle 21.15 e si ripeterà alle 21.45.