La scomparsa di Pasolini, un mistero ancora da risolvere
La notte del 2 novembre 1975 veniva ucciso in modo brutale Pier Paolo Pasolini: prima percosso a sangue, poi travolto dalla sua stessa auto all’Idroscalo di Ostia, sul litorale romano. Il cadavere massacrato fu ritrovato da una donna verso le 6:30 del mattino. Sarà l’amico Ninetto Davoli a riconoscerlo. Dell’omicidio fu subito incolpato Pino Pelosi di Guidonia Montecelio, 17 anni, già noto alla polizia come ladro di auto e “ragazzo di vita”, fermato la stessa notte alla guida della macchina di Pasolini. Pelosi disse di essere stato avvicinato dallo scrittore nelle vicinanze della Stazione Termini, presso il Bar Gambrinus di piazza dei Cinquecento, e da questi invitato a salire sulla sua Alfa Romeo 2000 GT Veloce, dietro la promessa di un compenso in denaro.
Dopo una cena offerta dal poeta a Pelosi nella trattoria “Biondo Tevere” nei pressi della basilica di San Paolo, i due si diressero alla periferia di Ostia. Secondo la sentenza, il dramma scaturì a seguito di una lite per pretese sessuali fatte da Pasolini e alle quali Pelosi era riluttante. Il tutto sarebbe degenerato in lite violenta fuori dall’auto. Il giovane raccontò di essere stato minacciato con un bastone, del quale poi si impadronì per colpire Pasolini fino a farlo stramazzare al suolo, gravemente ferito ma ancora vivo. Quindi Pelosi salì a bordo dell’auto travolgendo più volte con le ruote il corpo del poeta fino a ucciderlo con lo sfondamento della cassa toracica.
Ancora oggi dopo 46 anni, sono tanti, troppi, i lati oscuri. Gli abiti di Pelosi per esempio non mostrarono tracce di sangue. Il giovane successivamente venne condannato in primo grado per omicidio volontario in concorso con ignoti. Chi sono questi ignoti? Non si è mai saputo. Il 4 dicembre del 1976, la Corte d’Appello, pur confermando la condanna dell’unico imputato, riformò parzialmente la sentenza di primo grado escludendo ogni riferimento al concorso di altre persone nell’omicidio. Molti anni dopo Pino Pelosi (morto nell’estate del 2017) ammise che quella notte all’idroscalo di Ostia non era solo ma lui fece solo da esca per far cadere Pier Paolo Pasolini in una trappola. Ma ovviamente non fece nomi.
Il caso Pasolini su Radio Cusano Campus e Cusano Italia TV (canale 264 del digitale terrestre). In settimana la vicenda verrà nuovamente approfondita da Fabio Camillacci a “La Storia Oscura”, in onda tutti i giorni dal lunedi al venerdi su Radio Cusano Campus. Domenica 7 novembre poi a “Crimini e Criminologia” (tutte le domeniche alle ore 21 su Cusano Italia TV), sempre Fabio Camillacci con ospiti e immagini storiche ed esclusive proverà a fare chiarezza su un giallo lungo quasi mezzo secolo.
Chiudiamo con una significativa frase di Alberto Moravia. Lo scrittore commentò l’omicidio del suo grande amico dicendo: “La fine di Pasolini è stata al tempo stesso simile alla sua opera e dissimile da lui. Simile perché egli ne aveva già descritto, nella sua opera, le modalità squallide e atroci, dissimile perché egli non era uno dei suoi personaggi, bensì una figura centrale della nostra cultura, un poeta che aveva segnato un’epoca, un regista geniale, un saggista inesauribile”.