Il Covid-19 e il conseguente smart working avrebbero aiutato a “raccontare meglio la storia” secondo il montatore del film

Il covid-19 è una piaga che sta affliggendo il mondo intero da ormai quasi due anni. Come sappiamo, anche il cinema è stato severamente colpito dalla pandemia, tra chiusure delle sale cinematografiche e set costretti a blocchi durati mesi.
A questi lati negativi, che si sommano alla tragedia sanitaria globale, si deve però ora aggiungere un elemento positivo.
Joe Walker, montatore del film Dune di Denis Villeneuve, uno dei blockbuster più attesi di questi mesi, ritiene infatti che lo smart working abbia giovato all’esito finale della pellicola.

Lo slittamento del lavoro su “Dune” a causa del covid

Mentre si discute anche in Italia di eventuali terze dosi di vaccino, Walker sostiene che la pausa della lavorazione e lo slittamento della sua uscita abbia dato maggior tempo per curarne i dettagli.
“Stavamo finendo il director’s cut quando è esplosa la pandemia”, racconta Walker in un’intervista a SlashFilm. Il film sarebbe dovuto uscire a dicembre dello scorso anno ma la produzione venne interrotta cinque mesi prima e l’uscita rimandata. “Denis (Villeneuve) era tornato a casa sua a Montreal – continua Walker – e per molto tempo restammo fermi senza capire come portare avanti i lavori”.

“La pandemia ci ha dato il tempo per capire il modo migliore per raccontare la storia”

Walker ritiene che il covid sia stato un grande beneficio in primo luogo per il suo modo di lavorare.
“Non mi piace parlare in questi termini della pandemia – ha dichiarato – visto che si è trattato di una tragedia per così tante persone. Tuttavia, per me è stato un gran vantaggio. Ci sono volte in cui tornavo a casa dal lavoro ed ero preoccupato perché qualcosa non era andata come volevo, e spesso questo stato d’ansia mi teneva sveglio tutta la notte. Lavorando da casa, invece, avevo la possibilità di accendere il mio computer, lavorare per mezz’ora al problema e, una volta risolto, tornare a dormire”.
“Il rallentamento dei tempi di montaggio – conclude Walker – ci ha permesso di concentrarci sul modo migliore di raccontare la storia del film”.