Dimenticate il meteo, il calendario, le temperature in calo. L’estate italiana (“na na na naaaa”) non ne vuole sapere di chiudersi e alla sua lunga lista di successi si è aggiunto proprio in questo weekend l’oro nei Mondiali di Ginnastica ritmica, specialità cerchi e clavette, conquistato dalle Farfalle azzurre in Giappone.

Leggere e forti, fragili e resistenti

La ginnastica italiana che già durante le Olimpiadi aveva regalato soddisfazioni e successi, storie e rivincite, si conferma così eccellenza nel corso di una rassegna affatto avara di medaglie – 1 oro, 3 argenti, 1 bronzo – che vede le Azzurre chiudere nel medagliere alle spalle della sola Russia, partita in testa prima dell’ultima esercizio, e rimontata poi dalle nostre ginnaste grazie ad una prova impeccabile. Per la Ginnastica italiana si tratta dell’ultimo trionfo da iscrivere nel solco di una lunga tradizione che i lunghi mesi della pandemia ha rischiato di intaccare visibilmente. Le palestre, ambienti indoor ideali alla trasmissione del virus, sono state oggetto di protocolli costantemente aggiornati grazie ai quali è stato possibile intraprendere una ripresa che solo grazie alla costanza, all’impegno e alla passione di queste ragazze può oggi dirsi tornata a una parvenza di normalità.

Ed è un bilancio, quello giapponese, che conferma quanto di buono fatto da un movimento che per numeri e strutture non può certo paragonarsi alle super potenze con cui da sempre è chiamato a competere (Cina e Russia su tutte) e che riesce invece a collezionare soddisfazioni grazie alla bravura dei suoi tecnici sempre più corteggiati da potenze straniere in cerca del salto di qualità con cui attestarsi al livello delle grandi. Tuttavia non si tratta di un’eccezione. Anche scherma e nuoto da decadi ormai sono considerati modelli virtuosi cui ispirarsi e il cui segreto risulta ancora lontano dall’essere decifrato. Non è solo una questione di soldi. E’ un artigianato, quello italiano, che ha saputo rinnovarsi negli anni rimanendo fedele alla sua tradizione, superando ricambi generazionali e stagionali fughe di cervelli e su cui oggi occorre investire.

Come? Palestre e spazi su cui poggiavano le esistenze di molte ASD e SSD dopo la pandemia da Covid non hanno più riaperto i battenti. Molti dei talenti lì presenti sono andati dispersi. Recuperare entrambi è la prima cosa da fare per ridar impulso a un movimento che sulle sue gambe ha saputo dimostrare di poter volare ma che oggi ha bisogno di aiuto nella ricostruzione di quei trampolini da cui partire per poter poi spiccare il volo verso i propri sogni.