La perdita di una persona cara è un evento doloroso che provoca reazioni che possono toccare la sfera fisica, emotiva e mentale. Quando subiamo un lutto ci sentiamo svuotati, impotenti, sospesi, confusi, è come se le emozioni prendessero il sopravvento, impossessandosi di noi in maniera repentina e inaspettata.
Ogni morte è sempre prematura, traumatica, anche la morte di un anziano non è mai un evento naturale, non ci si può mai abituare alla morte in quanto il dolore segue le leggi del cuore e non quelle della forma. Non è vero che esistono fasi prefissate del lutto, o tempi normali per sentirsi tristi e poi per accettare la perdita, ognuno reagisce a modo proprio, con tempi propri.

L’Analisi di Bowbly

Come diceva John Bowbly (1979), le emozioni più laceranti, gli esseri umani le sperimentano in situazioni di costruzione, mantenimento e soprattutto rottura dei legami affettivi. Le separazioni (perdite relative) e i lutti (perdite assolute), sono i momenti che evidenziano maggiormente, in termini di elaborazione cognitiva ed emotiva, le dimensioni di significato personale più tipiche della nostra struttura, il nostro più profondo, nucleare, sentimento di noi stessi e del mondo.

I sentimenti del lutto

  1. Shock e ottundimento: a volte familiari e amici reagiscono alla notizia del decesso con uno stato di incredulità e negazione, anche quando la morte è frutto di una malattia prolungata. Parlarne rende infatti l’evento reale.
  2. Agitazione e nostalgia: man mano che l’ottundimento iniziale scompare, è possibile che compaiano ansia, agitazione e desiderio di vedere la persona scomparsa, tali da interferire con la capacità di concentrarsi. La persona deceduta è presente anche nel sonno attraverso i sogni. Le reazioni a questo fenomeno sono individuali: alcuni lo trovano disturbante, altri invece trovano un conforto paradossale in questa presenza.
  3. Rabbia: è un sentimento comune, può essere rivolta contro il destino, ma talvolta anche contro la persona che è mancata (che se ne è andata troppo presto) oppure contro i curanti che non sono stati capaci di salvarla.
  4. Tristezza e depressione: sono spesso i sentimenti dominanti nel tempo, ma non sono presenti in egual modo in tutti.
  5. Vuoto: c’è chi sente di aver perso una parte di se stesso. Questo vuoto può sparire con il tempo o, almeno, attenuarsi.
  6. Accettazione: la fase di accettazione non corrisponde a un ritorno alla normalità precedente la perdita. Le persone col tempo si adattano alla nuova realtà, anche se la tristezza legata al ricordo della persona deceduta non scompare mai del tutto.

Ristabilire un rapporto interiore

Eppure, con il tempo è possibile risollevarsi e scoprire che quella perdita, in realtà, non è una perdita totale. Il rapporto di affetto, di amore con quella persona resterà. È possibile infatti ristabilire un rapporto, del tutto interiore. Potremmo sentire la persona cara dentro di noi, quando dobbiamo compiere delle scelte importanti.
Perchè la persona cara vivrà sempre nel nostro cuore.