In libreria i racconti brevi del Prof Stefano Maria Cicconetti
È stato da poco pubblicato per i tipi della Giuffrè Francis Lefebvre Suonala ancora, Chet. Racconti brevi di Stefano Maria Cicconetti, Emerito di diritto costituzionale dell’Università Roma Tre, il cui Dipartimento di Giurisprudenza aveva fondato e per diversi anni diretto.
Com’è (tristemente noto) il prof. Cicconetti è venuto a mancare l’anno scorso e dal suo passato emergono ora questi suoi scritti riconducibili in linea di massima al genere giallo o noir, che disvelano un lato privato del costituzionalista ai più sconosciuto.
La raccolta di questi sette racconti è stata curata dalla moglie Maria Teresa Calabrò Cicconetti, “Terry” per il Professore e per chi ha studiato e studia sui suoi libri, ove la dedica “a Terry” è divenuta una (amorosa) cifra stilistica del genere letterario “dottrina Cicconetti”.
Tinta di giallo – si potrebbe dire – è stata anche la scoperta dei racconti, raccontata nella postfazione dalla Curatrice, la quale si è dedicata ad una ricerca che l’ha condotta dapprima a ritrovare con sorpresa «un’umile e lisa cartellina azzurro pallido, sommersa tra le altre carte di casa», ove erano contenuti battuti a macchina (chissà quanti anni fa) i primi sei racconti, mentre il settimo (cui s’ispira il titolo della raccolta) è stato recuperato grazie ad un’opera di indagine, di “scavo” nella memoria del computer di Stefano Cicconetti con l’ausilio del tecnico informatico di fiducia del Professore.
Il volume, in realtà, si apre con due introduzioni scritte dai professori Paolo Carnevale e Gianni Serges, che nel commentare questi racconti ricordano gli anni passati insieme al collega costituzionalista Cicconetti e soprattutto all’amico Stefano, ritrovato adesso in questa umanissima veste letteraria.
In questi sette racconti si appalesano molte delle miserie dell’animo umano, ma in particolare in quello intitolato «Il nonno», pur connotato da tinte fosche come gli altri, s’intravede, a mio modo di vedere, un “raggio di luce”. Del resto Stefano Maria Cicconetti aveva – credo – una visione disincantata, non disperata dell’esistenza umana, tanto che ha voluto “godersi la vita” fino in fondo fino all’ultimo istante, ancorché consapevole del fatto che la battaglia che aveva ingaggiato con la malattia fosse una lotta impari.
Nel periodo natalizio, che ci accingiamo a vivere, quando si è (auspicabilmente) un po’ meno freneticamente presi dagli impegni quotidiani, per sette sere, dopo cena, spegnete la televisione per alcuni minuti, riunite i vostri cari e leggete loro ogni sera un racconto: le atmosfere tratteggiate ben si sposano con le fredde sere invernali.
Io lo farò: il Professore non ci ha insegnato solamente il diritto costituzionale…
Associato di Diritto Costituzionale
Università Niccolò Cusano – Roma