Mario Draghi superstar

Draghi star del G20. Il Premier italiano sa spendere nel migliore dei modi la sua autorevolezza e soprattutto la sua popolarità tra i potenti della terra, guadagnata quando era ai vertici delle istituzioni finanziarie. Draghi sa come muoversi a livello internazionale, esaltando il ruolo del nostro paese come luogo di ascolto:”L’Italia, nel corso di questo G20, è riuscita ad ascoltare e a capire i punti di vista di Paesi che erano recalcitranti a fare certe scelte, a esempio quelli emergenti sul clima, anche alla luce del fatto che accusavano i Paesi ricchi di essere i maggiori inquinatori e di esser quelli che hanno messo il mondo in questa situazione. Allo stesso tempo, il nostro Paese è riuscito a tenere in vita le nostre ambizioni, e pare che questo abbia pagato”. Così il primo ministro Mario Draghi, sul ruolo dell’Italia in questo G20, di cui era presidente di turno, nel corso della conferenza stampa di chiusura del forum.

                        La preoccupazione per il clima

Sul clima ad esempio, ha avuto un approccio diretto e pragmatico affermano che “abbiamo discusso di un meccanismo dei prezzi del carbone, fissato come universale la soglia di 1,5 gradi entro cui contenere l’aumento medio della temperatura della terra,” ha detto il presidente del Consiglio in riferimento ad alcuni degli obiettivi raggiunti nel corso del vertice. Draghi ha poi detto di “non essere interessato a fare paragoni tra il peso specifico dell’Italia di oggi e quello del passato”, alludendo al miglioramento paventato da diversi osservatori in questo senso. “Dobbiamo continuare ad andare avanti e a lavorare per il bene comune”, ha affermato il Premier.”

Il ruolo della Cina

Nella sempre più evidente capacità nella comunicazione politica, cosa che si riteneva essere un punto debole di Draghi, si evince la voglia del Premier di essere punto di riferimento, anche nei contesti geopolitici complessi, come testimonia questa dichiarazione sulla Cina dove il premier afferma che “dalla Cina fino a pochi giorni fa mi attendevo un atteggiamento più rigido, ma c’è stata la volontà di cogliere un linguaggio più rivolto al futuro che al passato”. Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, al termine del G20, in risposta a una domanda dei giornalisti sul clima. “La Russia e la Cina hanno accettato l’evidenza scientifica degli 1,5 gradi, che comporta notevolissimi sacrifici, perché non sono impegni facili da mantenere” ha aggiunto Draghi. “La Cina produce il 50 per cento dell’acciaio mondiale, molti impianti vanno a carbone, si tratta di una transizione difficile”.

Vaccini e paesi poveri

Infine il capitolo pandemia. Qui Draghi allarga la visione del G2o ai paesi poveri senza vaccini: “All’Organizzazione mondiale del commercio (Wto/Omc) ci sarà una discussione, su proposta della Commissione europea, per permettere la produzione di vaccini nei Paesi che più ne hanno bisogno, come a esempio in Africa”. Draghi ha confermato che tutti i Paesi del forum hanno convenuto sugli obiettivi di “vaccinare il 40 per cento della popolazione mondiale entro quest’anno e il 70 per cento entro metà del 2022″. Il problema più rilevante al momento, ha evidenziato il presidente del Consiglio, non è la produzione di vaccini, che in questo momento è sufficiente” ma la logistica, ovvero “la capacità di consegnare le dosi di siero nei Paesi giusti e di inocularli alle persone giuste”.