Il G20, conosciuto anche come “Gruppo dei 20”, è il principale forum di cooperazione economica e finanziaria a livello globale. Viene convocato ogni anno riunendo i principali stati responsabili delle maggiori economie mondiali tra cui Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti (gli stessi stati convocati per il forum del G7), insieme ai paesi del gruppo “BRICS” – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – e anche Arabia Saudita, Australia, Argentina, Corea del Sud, Indonesia, Messico e Turchia. A questi, si unisce l’Unione Europea. Tutti i paesi del G20 costituiscono l’80% del PIL globale, nonché il 60% della popolazione del pianeta.
Quest’anno, a presiedere il forum è l’Italia, ma com’è nato il G20? Perché e come funziona?
Il G20 nasce nel 1999, durante una riunione del G7, come forum internazionale in cui si sarebbero dovuti riunire i ministri delle Finanze e i rappresentanti delle banche centrali dei venti paesi membri.
Da un’idea dell’allora primo ministro canadese Paul Martin e dal segretario del Tesoro degli Stati Uniti Lawrence Summers, il G20 avrebbe dovuto servire per riflettere sulla globalizzazione repentina che il mondo stava affrontando e che forum come il G7 e il G8 non riuscivano ad affrontare, insufficienti com’erano a garantire la stabilità finanziaria a livello globale.Il forum di cooperazione si allargò con l’obiettivo di assicurare maggiore inclusione e rappresentanza: i primi summit, ebbero come tema centrale la governance e l’economia globale, questioni cardine che derivavano dalle diverse crisi finanziarie di quegli anni, in particolare la messicana del ’94, la sud-est asiatica del ’97 e quella russa del ’98.
I TEMI
Ogni anno le edizioni prendono a incentrarsi sempre più su questioni specifiche e dal 2008 il forum fu elevato al livello di capi di stato e di governo. Bene sapere che vi sono, inoltre, dei paesi “ospiti”, tra cui la Spagna, che lo è in modo permanente, e altri che vengono invitati ad ogni edizione. Il G20, infatti, non ha una sede fisica prestabilita e la sua presidenza viene rotata di paese in paese tra i membri esclusa l’UE che la detengono dall’1 dicembre dell’anno precedente al 30 novembre dell’anno successivo. L’Italia ha ereditato la presidenza dall’Arabia Saudita e nel 2022 la passerà all’Indonesia.
Come rileva l’ISPI, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, sin dall’inizio, il forum dedicava gran parte dell’agenda al debito pubblico nazionale, soprattutto delle economie emergenti, e alla stabilità finanziaria globale. Con gli anni, gli obiettivi si sono concentrati anche sulla regolamentazione del commercio internazionale e dei mercati finanziari. Dal 2015, con l’adozione da parte delle Nazioni Unite dei 17 “Sustainable Development Goals” e dopo la firma dell’Accordo di Parigi sul clima, l’agenda del G20 ha cominciato a concentrarsi su questioni di più ampia rilevanza globale La lotta al cambiamento climatico, le migrazioni, la digitalizzazione, l’occupazione, i sistemi sanitari, la parità di genere e gli aiuti allo sviluppo hanno iniziato ad essere temi trattati al forum internazionale. In un mondo sempre più globalizzato, queste questioni, insieme a quelle più prettamente finanziarie, risultano essere trasversali e tra loro interconnesse, imponendo quindi la necessità di una risposta collettiva a livello mondiale.
LE NOVITA’
Nel corso degli anni, nella prospettiva di aumentare l’inclusività del processo decisionale del forum, ai meeting tra capi di stato e di governo (il cui vertice finale quest’anno si terrà il 30 e 31 ottobre) sono stati affiancati degli “Engagement Groups”. Sono dei gruppi di lavoro settoriali che seguono in modo indipendente specifici filoni tematici e forniscono le proprie raccomandazioni ai governi membri prima del vertice finale. Tra questi, Y20 (che si occupa della gioventù), W20 (di emancipazione delle donne), L20 (di occupazione), ma anche T20 – ovvero Think20 – gruppo di lavoro che riunisce think tank e centri di ricerca di tutto il mondo con l’obiettivo di fornire proposte e idee relative ai temi della governance globale da sottoporre ai leader del G20, e di cui quest’anno l’ISPI sarà coordinatore nazionale e chair.
Per ulteriori informazioni sul G20 consigliamo la visita al sito: https://www.ispionline.it/it