I Panta ci presentano il loro nuovo singolo “subliminale” , e analizzano con Luca Rossi su Radio Cusano Campus, la scena Underground nel 2021.
La prima volta che ci siamo conosciuti in radio, è stato nel 2018. E’ passato tanto tempo. Che titolo dareste a questa forbice temporale di tre anni?
“bhè , è una domanda complicata. Di sicuro è stato un periodo pieno di novità, senza dubbio. Tantissime sensazioni nuove, moltissime esperienze che ci hanno cambiato la vita. Una di queste sicuramente è quella che abbiamo passato agli studi di Abbey Road a Londra per registrare i nostri pezzi.”
Raccontateci com’è entrare in un luogo iconico per la musica mondiale.
“è come stare dentro un museo, ma sai che le opere d’arte le stanno costruendo ancora. C’è un’atmosfera pazzesca. Ovattata e solenne. Anche solo prendersi un caffè e sedersi sulla poltrona dove si è seduto anche Jhon Lennon ti fa venire la pelle d’oca. Tu sei lì che registri la tua musica, contornato dalle foto dei più grandi. È sicuramente tutto meraviglioso, ma hai anche un forte senso di responsabilità che ti assale e ti fa dare il meglio di te.”
Com’è il rapporto con i tecnici che lavorano lì? Perché, di fatto sono i custodi di un luogo sacro.
“ è un rapporto bellissimo. Si mettono a tua completa disposizione. Ti racconto degli aneddoti. La mattina ti chiedono quale strumento vorresti trovare in studio, perciò tu non porti i tuoi strumenti, ma suonerai quelli che troverai poi nella sala di registrazione. Se poi ti fermi per un secondo a pensare, che la chitarra che stai per usare, è la stessa che può aver usato Paul Mc Cartney o Noel Gallagher, o Bono, ti tremano veramente le mani.”
Dal 2018 (data di uscita dei vostri primi singoli) ad oggi quant’è cambiato il panorama musicale emergente?
“noi negli anni ne abbiamo parlato tanto, perché veniamo da un genere musicale, il rock progressive o meglio ancora New-Wave, che forse è stato un po’ penalizzato dall’ascesa di quello che adesso chiamiamo Indie, ma prima era Underground. Prima era un qualcosa di diverso. Adesso con l’avvento di una specifica scena, che viene contaminata col Pop, il significato di Indie ha preso piede in maniera un po’ incontrollata.
Ora la scena è dominata da questi generi un po’ ibridi, che però rischiano di perdere l’identità originaria.”
Quindi il vero senso di quello che è Indie, o Underground si è un perso?
“non si è perso del tutto, ma ha cambiato fortemente identità e pubblico di riferimento. Prima essere Underground o appartenente alla scena emergente un significato ben preciso, che si discostava quasi totalmente da tutto quello che chiamiamo Main Stream. La realtà emergente è piena di artisti che non vengono mai capiti in pieno. Ora le dinamiche commerciali puntano su testi e musica molto più diretta.
Ora chi vive la musica come sperimentazione personale ed espressione del proprio io viene messo un po’ in disparte. Basta vedere le classifiche di oggi. Vince chi da tutto pronto e non stimola, purtroppo, il pensiero di chi ascolta il brano.”
Il vostro nuovo singolo, Subliminale, cosa ci racconta?
“è una grande dichiarazione d’amore, ma con tanti messaggi subliminali. Ha vari livelli di lettura. Può essere molto onirico, ma anche molto carnale ed esplicito. Ci siamo resi conto dai feed back che abbiamo ricevuto che cambia molto la percezione anche in base a chi lo ascolta. Ci ha sorpreso molto questa reazione, anche perché per noi è un punto d’incontro delle due anime dei Panta : il rock e la New Wave.”
Partendo dal vostro precedente lavoro, Incubi-Sogni, come siete arrivati a questa maturità e come avete riunito le anime che caratterizzano la vostra musica.
“ non è stato semplice. Anche perché noi abbiamo fatto del dissidio interno delle nostre due anime, anche un po’ la nostra cifra stilistica. Ora siamo cresciuti e stiamo maturando. Il senso è anche questo. Crescendo acquisiamo più consapevolezza e riusciamo meglio a gestire i lati diversi delle nostre interiorità, dandogli equilibrio, anche musicalmente. Citando i Radiohead : non importa come finirà, importa come è cominciato. In questa frase è racchiusa la nostra volontà di cambiare pagina e abbracciare il mondo che accoglierà i nostri lavori.”
Forse anche il periodo di pandemia via ha fatto cambiare angolazione con la vostra scrittura?
“sicuramente si. Il nostro ultimo singolo prima di Subliminale era proprio C’è ancora un brindisi da fare, uscito in piena pandemia, che era un augurio ad uscire da questa situazione insieme e trovare energie nuove. Noi siamo riusciti a raggrupparle di nuovo e adesso siamo proiettati verso nuovi orizzonti artistici, che speriamo anche il nostro pubblico sappia apprezzare.”
Oggi la musica sembra viaggiare su binari comunicativi sicuramente differenti rispetto a qualche anno fa. Voi come riuscite a gestire i nuovi mezzi di comunicazione, che forse non rappresentano troppo lo stile Underground.
“ abbiamo lavorato al contrario. Ci siamo imposti di dilatare le tempistiche anche per dare più importanza alla nostra arte. Comunicare o far viaggiare musica attraverso i social ha fatto si che la musica si è dovuta adattare a questi nuovi mezzi. Quindi anche la musica stessa è diventata piena di messaggi vuoti, sensazioalismi e poserismo (licenza poetica, ndr.) che non ci rappresenta.
E’ diventato tutto mediocre e narcisistico, e noi ce ne allontaniamo volentieri.”
A Sanremo ci andreste?
“forse prima si. Adesso siamo entrati nell’ottica che è meglio sfruttare i live, piuttosto che partecipare i talent. Noi poi veniamo da un’era musicale dove era sul palco che facevi parlare la tua musica, non sui social, con tutto il rispetto per chi lo fa. Forse però, ora che riaprono i locali, è arrivato il momento di riappropriarci della scena Live, che con la pandemia ha preso una bruttissima battuta d’arresto. Torniamo ad abbracciarci sotto il palco.”